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“Reddito di sei mesi per i rom”. L’ennesimo regalo della Raggi

by Cristina Gauri
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Roma, 18 giu – Un reddito di sei mesi per i rom per superare la logica dei campi-baraccopoli e promuovere l’integrazione dei nomadi nelle nostre città. E così dopo il clamoroso fallimento delle precedenti iniziative – ci riferiamo ai rimpatri volontari e al bonus affitto – la giunta Raggi arriva alla terza “sparata” per affrontare l’emergenza.

Un fallimento dietro l’altro

Ma facciamo un rapido bilancio. Di tutti gli insediamenti rom presenti sul territorio capitolino l’unico a chiudere i battenti è stato il Camping River, un anno fa. I campi de La Barbuta e Monachina rimangono aperti anche se l’amministrazione ha esternato la volontà di sgomberarli entro il 2020. In che modo sarà possibile realizzare questo progetto non ci è dato di sapere, dal momento che le entrambe le misure introdotte dalla giunta si sono rivelate completamente fallimentari. Qualche cifra: secondo quanto riferisce Il Giornale quest’anno solo sei famiglie rom sono tornate i Romania a spese del Campidoglio, e non tutte hanno deciso di restarci: alcune hanno fatto rientro sul territorio dello Stivale. Stessa solfa con il contributo di 800 euro al mese per l’affitto di appartamenti: solo 3 agenzie immobiliari su 42 hanno deciso di appoggiare il progetto. Nessun proprietario di appartamenti è propenso ad affittare casa ai nomadi: di conseguenza, in data attuale il numero di contratti stipulati si attesta sullo zero.

Un’amministrazione con l’acqua alla gola

L’ultimo, disperato tentativo lo ha messo in campo Monica Rossi, la delegata del sindaco Virginia Raggi al Piano per il superamento dei campi rom: 600 euro al mese a chi accetta di allontanarsi definitivamente dagli insediamenti abusivi, con l’obbligo di trovare una soluzione alternativa entro sei mesi. Come di consueto, per i bisogni dei romani i soldi non ci sono mai, ma per finanziare l’ennesimo progetto-fallimento che coinvolga i nomadi, ecco che magicamente vengono estratti dalle casse dell’Amministrazione. “Con il contributo i rom potrebbero finanziare progetti di auto-recupero”, spiega. “In altre realtà d’Italia è stato fatto e ha funzionato”. Una misura disperata, messa in campo da un’amministrazione con l’acqua alla gola: non è chiaro, a fronte del fallimento del bonus affitto, come e per quale motivo le famiglie rom dovrebbero cercare una soluzione alternativa ai campi. 

Cristina Gauri

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