Roma, 27 dic — Sbarchi sestuplicati dal 2019: è il regalino di Natale presentato congiuntamente dalla sinergia — diremmo quasi perfetta, a suo modo — tra solerti Ong, instancabili scafisti e un Viminale prono ai diktat dei primi due. Ha superato infatti la quota 65mila il numero di clandestini sbarcati sulle nostre coste nel 2021, (dati e grafico ministero dell’Interno), quasi il doppio del 2020 e sei volte di più del 2019.

L’oliatissima macchina dell’accoglienza non si è fermata nemmeno nel fine settimana natalizio. Le strenne, in questo caso, sono migliaia di immigrati riversatisi sulle nostre coste, mentre un giudice stabiliva che speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non è reato e archiviava il caso di Carola Rackete, comunicando a tutte le Ong del mondo — se ancora non fosse stato abbastanza chiaro — che qui chiunque può venire a fare i propri comodi, nella misura in cui più gli aggrada.

Sbarchi, non si fermano nemmeno a Natale

Dalla vigilia di Natale e per tutto il fine settimana gli sbarchi non hanno dato tregua alle forze dell’ordine. Le danze le ha aperte la Sea Eye 4, che a Pozzallo, nel Ragusano, ci ha scaricato 214 immigrati, tra cui uno con sospetta tubercolosi e uno con la scabbia. Nel frattempo milioni di italiani sani stazionano in coda ingrassando i farmacisti e pagando un obolo per poter lavorare o salire sui mezzi di trasporto. «Un doveroso regalo di Natale della città a chi soffre e rischia la vita» così ha commentato il primo cittadino di Pozzallo, Roberto Ammatuna. I Pozzallesi ringraziano.

Superata quota 65mila

Gli arrivi di clandestini proseguono anche a Santa Maria di Leuca, con 152 immigrati arrivati il 24 a bordo di uno yacht, e 60 a Natale. Sempre il 25 la Ocean Viking è arrivata con 114 stranieri recuperati in mare, mentre la Sea Watch 3 è rimasta al largo, piena da scoppiare di clandestini: 446 recuperati in 3 giorni. Il copione è già scritto: la richiesta di un porto sicuro a noi e a Malta, il rifiuto della Valletta, il tappeto rosso srotolato dalla Lamorgese ai tassisti del Mediterraneo, gli hotspot pieni da scoppiare.

A Crotone nel fine settimana si è raggiunta quasi quota 500, con 90 immigrati arrivati su un veliero (sic) e 400 sul mercantile di bandiera russa «Mekhanik Herokin». Nella serata di ieri altri due sbarchi autonomi, nel Reggino, a Capo Spartivento e a Bianco: 71 clandestini. Nel frattempo, la Ong Geo Barents di Medici senza frontiere trasporta 558 extracomunitari recuperati in 8 operazioni. Come di consuetudine, la nave è in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro.

Più sbarchi, più morti

Più partenze, significa anche più morti in mare. Quei morti che facevano tanto sanguinare il cuore dei progressisti quando al Viminale c’era Salvini, ora passano completamente sotto silenzio. La Mezzaluna rossa libica ha dato notizia ieri di aver recuperato 28 cadaveri spiaggiati sulle coste di Khoms. I superstiti sarebbero 3. Si registrano altre 27 decessi al largo delle coste greche, dovuti all’affondamento di una barca, con a bordo 80 persone, nei pressi dell’isola di Paros.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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