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Tutti tacciono, ma in Sicilia è raffica di sbarchi: sogni d’oro Lamorgese

by Emanuela Volcan
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Messina, 24 giu – Sbarchi a go go in Sicilia, e non solo, si registrano in questa seconda parte del mese che fanno schizzare, ancora una volta, il numero dei clandestini che entrano nel nostro Paese grazie soprattutto alle Ong, ingombrante presenza nel Canale di Sicilia. Il ministro Lamorgese fischietta ma dall’inizio dell’anno ad oggi la cifra degli sbarcati sfiora le 26mila unità, quando l’anno scorso si era sotto i ventimila (sempre troppi) e nel 2020 si veleggiava sui seimila, quantità che stava per “costringere” tanti imprenditori della famigerata accoglienza ad approssimarsi alla chiusura delle loro tanto lucrose attività. Azione prontamente scongiurata, e siamo ironici, dal cambio di rotta della politica italiana a dispetto delle emergenze legate ad una pandemia con fine mai, e al sopraggiungere di nuovi e seri problemi per il nostro Paese che, senza tema di smentita, stanno proprio mandando alla rovina.

Le Ong più attive che mai

Tant’è che ormai è diventato un bollettino di guerra: mercoledì scorso a Messina la Sea Eye 4 ne ha scaricati 476 dopo 9 giorni di su e giù in prossimità delle coste siciliane; ieri mattina intorno alle 10 la Aita Mari ne ha fatti sbarcare 112; la Sea Watch 4 ne ha ben 304 (8 sono state già portati sulla terraferma) ed è in attesa del porto, nel frattempo fa avanti e indietro tra Pozzallo e Porto Empedocle. Il bollettino dei numeri non finisce qui perché la Louise Michel è sempre davanti alla Libia pronta a ricevere segnalazioni per andare a prelevare un nuovo carico; la Resq People ha lasciato ieri Porto Empedocle con prua verso sud, ed oggi è previsto l’arrivo a Lampedusa; infine la Geo Barents, che ha ultimato il bacino di carenaggio nel porto di Napoli, da cui è partita mercoledì, si trova al largo della costa occidentale siciliana, prua sempre rivolta alla Libia.

Le rotte principali

La rotta privilegiata, quella dai numeri esorbitanti, è dunque quella che le Ong percorrono giornalmente Libia-Sicilia. Ma non è l’unica, come spesso ci ricordano le notizie di cronaca che arrivano da Calabria e Puglia, meno spesso dalla Sardegna. Al secondo posto numericamente parlando potremmo inserire quella dalla Tunisia, con barche di fortuna, sia verso la Lampedusa che verso Pantelleria, entrambe più vicine all’Africa che alla Sicilia. In quest’ultima isola il 20 giugno erano presenti 161 clandestini, di cui 120 sono poi stati trasferiti con nave di linea a Trapani dove si è proceduto con l’identificazione, fotosegnalamento e successivamente provvedimenti giudiziari o amministrativi.

Sbarchi continui, ma Lamorgese pensa solo all’accoglienza

In provincia di Trapani ci sono stati 107 eventi (con 1.458 sbarcati) di cui ben 84 a Pantelleria, per un totale di 1.310 clandestini in una delle perle siciliane che conta poco più di settemila abitanti. Non ci stanchiamo di ripetere che la situazione è grave, è sempre più fuori controllo, e che il silenzio assenso della politica italiana in generale – e di quella siciliana in particolare – non è più tollerabile. Ieri però una voce si è sentita, quella del ministro dell’Interno, riportata anche sulle nostre colonne: la signora Lamorgese ha dichiarato che gli attuali luoghi per “l’accoglienza” non bastano più. Orsù giovani siciliani, calabresi e pugliesi non espatriate, non cercate lavoro fuori dai confini patrii, diventate anche voi professionisti del nuovo business. E’ il mercato degli schiavi 3.0.

Emanuela Volcan

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valter 24 Giugno 2022 - 12:02

L’immigrazione è il primo problema dell’Europa e l’Italia non solo non fa eccezione, ma da ultima arrivata quale meta dell’invasione, si sta distinguendo per la totale impreparazione, la disorganizzazione cronica e la incapacità altrettanto totale e colpevole nel gestire gli immigrati in sia in termini di integrazione o sia in termini di controllo dei fenomeni connessi.
E’ infatti la mancanza di controllo in ogni fase che caratterizza l’immigrazione che pone l’Italia in una situazione assolutamente unica per incompetenza anche relativmente all’Europa. In sostanza si gioca al ribasso, quando ci si rese conto che in Italia erano presenti centinaia di migliaiai di immigrati illegali invece di prendere provvedimenti sul piano operativo affrontando i problema, come doveroso per le istituzioni e nel rispetto dei cittadini italiani e degli stessi immigrati regolari, in Italia si è legiferato con leggi che garantivano protezione oltre alle leggi internazionali sui profughi, di cui circa un milione di immigrati già presenti in italia non rientrava in quanto semplici immigrati illegali (poi ribatezzati economici), ecco fatto! spariti un milione di immigrati adesso tutti regolari sotto l’egida di leggi quali la “protezione intrnazionale” così rirportata dal Ministero dell’Interno (scomodando anche la Costituzione):
In Italia il diritto di asilo è garantito dall’art.10 comma 3 della Costituzione: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”
Quindi praticamente chiunque può beneficiarvi, una follia tutta italiana, d’altronde la parola che più ricorre nella storia d’Italia nel libro di Smith è “inettitudine” riferita appunto da chi ha avuto le redini del nostro Paese e alla nostra classe dirigente dal 1861.
Oltre a questo ci sono le responsabilità nei confronti dei cittadini costantemente vessati e ripetutamente prevaricati dalla Stato che continua a chiedere sacrifici nella incapacità totale di garantire una vita protetta ai propri cittadini, le nostre città sono nel degrado più assoluto, i trasporti pubblici e i treni locali o regionali sono campi di battaglia e preda di scorribande, lo spaccio di stupefacenti è ormai diffuso anche nelle zone centrali e nei centri storici, tutto gestito da immigrati spesso pluripregiudicati, inspiegabilmente non in carcere e incredibilmente, ancora presenti sul nostro territorio.
Si assiste giornalmente e ripetutamente a scene di assurdo degrado nelle piazze e nelle città più belle d’italia, Perugia è un supermarket di spaccio, così come Firenze, Milano, Roma, Napoli, Torino, la stazione centrale di Milano e la stazione Termini di Roma sono fuori controllo anche di giorno, immigrati spacciatori, immigrati che si prostituiscono, immigrati che urinano in fronte alla gente senza rispetto per donne e bambini a pochi passi dai furgoni della polizia, se questo è lo Stato, ………quale Stato?

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