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Scende ancora l’Rt, regioni tutte in zona gialla o arancione (Sardegna unica rossa)

by Adolfo Spezzaferro
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regioni zona gialla

Roma, 23 apr – Scende ancora l’Rt medio nazionale, che si attesta a 0,81, con la quasi totalità delle regioni che passeranno in zona gialla e arancione. L’indice di contagiosità registra dunque un nuovo calo rispetto alla scorsa settimana, che era a 0,85, secondo quanto si apprende dalla cabina di regia Iss-ministero della Salute sull’andamento della pandemia, riunita oggi. Altro dato importante, scende ancora l’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti: da 160,5 a 157,4. In attesa che entrino in vigore le nuove regole del decreto Riaperture da lunedì 26 aprile, sono molte le regioni che puntano a tornare in zona gialla e sono quindi in attesa del ‘”verdetto” che ridefinirà la mappa dei colori delle regioni.

Regioni quasi tutte in zona gialla e arancione

A quanto pare, la Sardegna, che era stata addirittura l’unica in zona bianca, sarà l’unica a restare in rosso. In zona arancione ci sarebbero Calabria, Sicilia, Valle d’Aosta e Basilicata. Poi c’è la Puglia che è in bilico. Tutte le altre 13 regioni e le due province autonome di Bolzano e Trento passeranno in zona gialla.

I colori come è noto sono stabiliti sull’andamento dei dati nelle ultime due settimane. Ebbene, guardando esclusivamente al monitoraggio di oggi, ci sono soltanto due regioni con un Rt superiore a 1: Basilicata e Sicilia. Stessa cosa vale per il rischio, che può essere basso, moderato o alto. Quando è alto scatta la zona arancione anche se l’Rt è sotto 1. Ebbene, questa settimana lo hanno alto solamente Calabria e Sardegna.

Iss: migliorano tutti i dati su ricoveri in ospedale e terapia intensiva

L’Istituto superiore di sanità, come riporta l’AdnKronos, sottolinea però che rimane alto il numero dei territori con un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Sono 12, due in meno rispetto alle 14 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica del 30% (è al 35%), anche se il numero di persone ricoverate è in diminuzione da 3.526 a 3.151. Altro dato che lascia molto ben sperare, il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è sotto la soglia critica (36%) per la prima volta dopo varie settimane.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Marco Marauda 23 Aprile 2021 - 2:45

Memorandum:

– i “casi” in realtà sono per la stragrande maggioranza “contatti” col virus. “Incontrare ” il virus e non ammalarsene significa essere SANI

– l’Rt è un parametro scarsamente leggibile, un po’ oscuro, ma anche difficilmente “governabile” (traduco quanto detto da docenti di statistica di alto livello). In particolare, può servire per descrivere l’andamento del “contagio”, ma non per fare previsioni

– con quale criterio la “soglia critica” dell’occupazione delle terapie intensive è stata definita al 30%? E perché non si precisa mai se il dato è riferito al totale delle terapie intensive dedicate alla Covid (Coronavirus Disease) oppure al totale delle terapie intensive tout court?

– la Sardegna da “zona bianca” a “zona rossa”: un monito, ovviamente costruito, alle altre regioni e alla popolazione tutta… e, purtroppo, una prospettiva: diranno che il “liberi” tutti porta inevitabilmente allaumento dei “contagi”. L’alibi per richiudere tutto è già bell’e pronto… Si contnuerà a chiudere finché le finalità delle suddette chiusure (vendere interi settori del patrimonio economico e culturale nazionale) non sarà raggiunta

– il problema è che i dati relativi ai tampi possono essere manipolati a piacimento, complice soprattutto il fatto che il risultato dipende dai cicli di amplificazione applicati in fase di esame dei campioni…

– risaputo: hanno devastato la Sanità pubblica e adesso stiamo pagando anche per quello…il fatto è che continueranno a devastarla, nell’ottica neoliberista predominante e nel nome degli interessi delle oligarchie economiche e finanziarie che governano il mondo…

– in ultimo: o gli uomini liberi iniziano un’efficace rivoluzione culturale, sottraendo i popoli alla cupola del pensiero unico dominante e della narrazione egemonica, per arrivare ad una rivolta generalizzata in difesa delle identità e dei diritti, contro le elite globalizzatrici, contro il deep state e contro i mezzi di comunicazione di massa, oppure rischiamo di essere sconfitti per sempre…

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