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Terrorismo, un altro immigrato espulso dall’Italia. Progettava attentato come a Berlino

by Cristina Gauri
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egiziano

Roma, 6 nov – Un’altra espulsione di un cittadino extracomunitario residente in Italia e accusato di simpatizzare per l’estremismo islamico. A due giorni di distanza dal rimpatrio di un tunisino, arrivato a Lampedusa poche settimane fa e legato agli ambienti radicalizzati, arriva oggi la notizia di un altra misura di espulsione. Si tratta dell’egiziano H.A., destinatario di un provvedimento emesso dal prefetto di Reggio Calabria.

L’uomo, 43 anni, risiedeva a Milano da 20 anni. Il Viminale ha fatto sapere che lo straniero era stato scarcerato lo scorso 25 marzo dopo cinque anni passati nella Casa circondariale di Catanzaro per reati di violenza, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. A questo si era aggiunto un fascicolo aperto dopo la morte di una cittadina italiana, sua ex nonché madre di sua figlia. Il provvedimento di espulsione, invece, arriva dopo le dichiarazioni rese dal compagno di cella dello straniero, il quale avrebbe riferito di avere piani terroristici una volta uscito dal carcere. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha spiegato il motivo della misura: “Nel periodo di detenzione si è evidenziato per comportamenti violenti e manipolatori, nonchè per aver confidato a un altro detenuto di approvare l’attentato compiuto dal tunisino Anis Amri ai mercatini di Natale di Berlino nel 2016 e di essere intenzionato a compiere un’azione terroristica analoga in Italia”.

E’ di nuovo allarme terrorismo islamico legato ai fenomeni migratori in Europa dopo i fatti di Nizza e di Vienna. Proprio a Lampedusa, come ormai è noto, era approdato, un mese e mezzo fa, Brahim Aissaoui, il tagliagole simpatizzante dell’Isis che settimana scorsa ha ucciso tre persone, decapitandone una, nella basilica di Notre Dame a Nizza. Assieme a lui, ricoprendo un ruolo che ancora è al vaglio degli inquirenti, un altro tunisino che ora si trova in stato di fermo: Ahmed Ben Amor, ora in carcere, musulmano radicale e allo stesso tempo, molto singolarmente, vicepresidente nel 2016 dell’associazione Shams Tunisie, un gruppo Lgbt che chiede la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia.

Cristina Gauri 

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