Esultano le associazioni Lgbt, tra cui Famiglie Arcobaleno. “E’ grande la soddisfazione per questa ennesima sentenza, che mette ancora una volta in evidenza la distanza abissale tra la politica italiana, il diritto e la realtà. Il preminente interesse del minore, elemento centrale nelle decisioni degli giudici, rimane un illustre sconosciuto per i nostri politici”, spiega la presidentessa Marilena Grassadonia. “E’ inaccettabile che i nostri figli e le nostre figlie non vengano tutelati in maniera chiara dalle leggi di questo Stato”. Sentenze che appunto entrano anche in contrasto con chi le leggi dovrebbe farle secondo quanto previsto dalla Costituzione e che sono di fatto una forzatura rispetto ai poteri di Camera e Senato, come riconosce tranquillamente anche l’avvocato Maria Grazia Sangalli, Presidente di Avvocatura per i diritti Lgbti – Rete Lenford: “Il moltiplicarsi di sentenze che riconoscono l’adozione incrociata dei figli dei due partner di una coppia formata da persone dello stesso sesso mette in luce l’assoluta idoneità di queste coppie a svolgere in pieno il ruolo genitoriale ed è scandaloso che di fronte a questa pressante esigenza di tutela dei minori il legislatore si rifiuti di dare una chiara risposta legislativa, addossando ai giudici di farsi portatori di un’interpretazione evolutiva delle norme e lasciando che ai figli di queste coppie vengano riconosciuti minori diritti rispetto a quelli che godrebbero con una adozione piena”.
Davide Romano