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Il Tribunale di Roma riconosce l’adozione di tre figli a una coppia gay

by La Redazione
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adozioni-gay-lesbicheRoma, 9 mar – Se il Parlamento è troppo lento nel varare le leggi non c’è nessun problema, ci pensano i giudici. E così in materia di step child adoption e in generale di adozioni per le coppie gay, ci troviamo di fronte ad una nuova forzatura attuata dalla Magistratura. Il tribunale dei minorenni di Roma ha infatti riconosciuto l’adozione “incrociata” dei tre figli a una coppia di mamme, che quindi diventano legalmente madri anche dei figli dell’altra. E’ la seconda volta in pochi giorni che il tribunale riconosce di fatto una famiglia con due mamme. Alle due donne, rappresentate dall’avvocata Susanna Lollini, il Tribunale riconosce che già la normativa attuale “deve poter essere interpretata alla luce dei principi costituzionali e convenzionali che costituiscono il fondamento per il riconoscimento di nuove forme di genitorialità”. E dunque dietro la scusa dell'”interpretazione” i giudici pensano di poter forzare leggi che ancora non sono state approvate. I motivi della sentenza sono eloquenti: “E’ di tutta evidenza che i rapporti esistenti tra le ricorrenti ed i rispettivi figli, sono quelli concretamente e quotidianamente tipici di una sana relazione madre-figli“. Tuttavia, per la particolarità della norma sulle adozioni speciali che si applica a questi casi, i figli della coppia continueranno a non essere per la legge fratelli, dal momento che tale adozione definisce solo i rapporti tra il genitore che adotta e il minore, escludendo il resto della famiglia. Nella sentenza si specifica che “le mamme hanno dichiarato al giudice che i bambini vivono come fratelli perchè tali si considerano e vengono nel mondo esterno considerati”. Di fatto un bel casino, visto che legalmente le due madri saranno madre di tutti e tre i figli, i quali però non sono riconosciuti legalmente come fratelli.

Esultano le associazioni Lgbt, tra cui Famiglie Arcobaleno. “E’ grande la soddisfazione per questa ennesima sentenza, che mette ancora una volta in evidenza la distanza abissale tra la politica italiana, il diritto e la realtà. Il preminente interesse del minore, elemento centrale nelle decisioni degli giudici, rimane un illustre sconosciuto per i nostri politici”, spiega la presidentessa Marilena Grassadonia. “E’ inaccettabile che i nostri figli e le nostre figlie non vengano tutelati in maniera chiara dalle leggi di questo Stato”. Sentenze che appunto entrano anche in contrasto con chi le leggi dovrebbe farle secondo quanto previsto dalla Costituzione e che sono di fatto una forzatura rispetto ai poteri di Camera e Senato, come riconosce tranquillamente anche l’avvocato Maria Grazia Sangalli, Presidente di Avvocatura per i diritti Lgbti – Rete Lenford: “Il moltiplicarsi di sentenze che riconoscono l’adozione incrociata dei figli dei due partner di una coppia formata da persone dello stesso sesso mette in luce l’assoluta idoneità di queste coppie a svolgere in pieno il ruolo genitoriale ed è scandaloso che di fronte a questa pressante esigenza di tutela dei minori il legislatore si rifiuti di dare una chiara risposta legislativa, addossando ai giudici di farsi portatori di un’interpretazione evolutiva delle norme e lasciando che ai figli di queste coppie vengano riconosciuti minori diritti rispetto a quelli che godrebbero con una adozione piena”.

Davide Romano

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