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Vaccini, tempo scaduto: da oggi fuori da asili e materne chi non è in regola

by Alberto Palladino
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Roma, 30 apr – Ultima chiamata per mettersi in regola con le vaccinazioni obbligatorie per poter mandare i propri figli a scuola. Entro oggi, 30 aprile, i dirigenti scolastici dovranno trasmettere alle Asl la documentazione fornita da genitori, tutori o affidatari per gli obblighi vaccinali. In caso contrario, “comunicheranno l’eventuale mancato deposito all’Asl” che, se non si è già attivata in ordine alla violazione dell’obbligo vaccinale, “provvederà agli adempimenti di competenza e, ricorrendo i presupposti, a quello previsto dall’articolo 1 comma 4 del decreto legge 73 del 2017” e quindi anche alle sanzioni amministrative. È quanto prevedono le indicazioni operative del Miur presenti nella circolare 467 del 27 febbraio 2018.
“Per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, i minori non in regola con gli adempimenti vaccinali, i cui genitori, tutori o affidatari, non presentino documentazione idonea a dimostrare la regolarità della loro posizione – precisa il documento – saranno esclusi dal servizio e potranno essere riammessi solo a decorrere dalla data di presentazione della documentazione medesima. Per gli altri gradi di istruzione e per i centri di formazione professionale regionale, la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti non determinerà il divieto di accesso né impedirà la partecipazione agli esami”.
Sono adempimenti fondamentali, pena l’esclusione dalla scuola materna. Infatti, per i servizi educativi all’infanzia e per le scuole dell’infanzia (0-6 anni) la presentazione della documentazione rappresenta un requisito fondamentale per l’accesso nelle strutture (comprese quelle private non paritarie). Al contrario per gli altri gradi di istruzione, a partire dalla scuola elementare, la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti non comporterà né il divieto di ingresso negli istituti scolastici né la non partecipazione agli esami.
Tuttavia, nel caso non vengano rispettati gli obblighi, viene attivato dalla Asl un percorso di recupero delle vaccinazioni. Ma resta il rischio, in caso di ulteriore inadempienza, di incorrere in sanzioni amministrative.
La scadenza originaria per tutte le regioni era fissata per il 10 marzo. Il 27 febbraio scorso, però, con una circolare congiunta, i ministeri della Salute e dell’Istruzione hanno modificato modalità e tempistica per venire incontro alle famiglie e alle regioni che hanno raggiunto livelli di copertura elevati e hanno attivato una anagrafe vaccinale.
Su scala nazionale, la copertura vaccinale ha segnato un forte miglioramento in quasi tutte le regioni italiane: nella maggior parte di queste, 11 su 21, è stato raggiunto l’obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei nuovi nati con il vaccino esavalente, quello cioè che protegge contro malattie gravissime come polio, difterite e tetano. Sono aumentate poi le vaccinazioni contro il morbillo (+4%), ma solo in una regione, il Lazio, è stata raggiunta la quota del 95% di bimbi immunizzati.
Dati conclamati da quanto emerso nel corso della Settimana europea delle vaccinazioni (European Immunization Week), tenutasi quest’anno dal 23 al 29 aprile: la copertura vaccinale al 31 dicembre 2017 in età pre-scolare, somministrata generalmente tra i 5 e i 6 anni, ha evidenziato un +2,94% per la quarta dose di antipolio (era dell’85,7% nel 2016 contro l’88,68% del 2017) e un +3,57% per la seconda dose di anti morbillo (82,2 nel 2016 contro l’85,8% del 2017).
Un buon risultato, ha evidenziato il ministero della Salute, a riprova dell’efficacia delle “misure straordinarie messe in atto nel corso del 2017, in particolare con l’approvazione del decreto vaccini e gli interventi di comunicazione che l’hanno accompagnato e seguito, nonché la grande resilienza dei servizi territoriali deputati all’erogazione delle vaccinazioni, che hanno avuto la capacità di riorganizzarsi in pochissimo tempo per rispondere a una domanda di vaccinazione considerevolmente aumentata per ottemperare la nuovo obbligo vaccinale”. Tutto ciò, conclude il ministero, è riuscito “ad arrestare il trend in diminuzione delle coperture vaccinali”.
Su scala europea, infine, il commissario Ue alla Salute Vytenis Andriukaitis ha chiesto pochi giorni fa a tutti gli Stati membri di impegnarsi a realizzare piani di vaccinazione nazionali e regionali entro il 2020, con obiettivi di copertura di almeno il 95%, soprattutto per il morbillo, malattia che, a causa del calo delle vaccinazioni, ha colpito e ucciso in numerosi Paesi europei.
Alberto Palladino

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