Roma, 13 nov – Ceceno, 35 anni, domiciliato a Varese, di professione falsario. Fosse stato un “cuore solitario”, Turko Arsimekov ipoteticamente si sarebbe presentato così nei vecchi giornali di annunci. Ma la sua purtroppo non è una storia romantica, di quelle curiose che si leggevano sulle pagine nate ingiallite e che rimandano a una giovinezza inquieta. Perché questo 35enne ceceno, nato nella turbolenta Groznyj, è stato arrestato ieri a Varese in quanto sospettato di far parte della cellula di jihadisti ceceni e balcanici attiva in Austria. La stessa organizzazione con la quale sarebbe stato in contatto il macedone Kujtim Fejzulai, che lo scorso 2 novembre a Vienna ha ucciso 4 persone e ne ha ferite 23.

Una fabbrica di documenti falsi

Nel suo appartamento di Varese, in cui si era trasferito dopo aver vissuto in Piemonte, gli agenti italiani hanno rinvenuto una “fabbrica” di documenti falsi di vari Paesi dell’Est che Arsimekov smistava in tutta Europa. L’antiterrorismo gli ha pure sequestrato 4 pc e ben 14 cellulari. Adesso, nell’inchiesta della Digos e dei pm Alberto Nobili e Enrico Pavone, il 35enne ceceno è indagato per associazione con finalità di terrorismo. Gli inquirenti, in contatto con le autorità austriache, stanno approfondendo inoltre gli eventuali legami di Arsimekov con altre cellule terroristiche coinvolte nei recenti attentati a Nizza e Parigi.

Fantasma falsario

E dire che Arsimekov una sorta di vita da “cuore solitario” la faceva sul serio. Non ha precedenti, nell’archivio dell’antiterrorismo non vi sono segnalazioni su di lui e a Varese si muoveva discretamente: usciva di rado, giusto per andare all’ufficio postale o in alcuni esercizi di money transfer. Un perfetto sconosciuto che gli inquirenti sospettano agisse nell’ombra, per quanto sul social russo Vk si presentasse in giacca e cravatta come un manager in carriera. Nessun indizio particolare che lasciasse trapelare legami con il terrorismo, soltanto qualche frase sibillina che fa intendere tutto e niente: “Per imparare a volare, devi lasciare andare tutto ciò che ti abbatte”. In ogni caso, ufficialmente, Arsimekov viveva in Italia come “richiedente asilo”, per quanto la domanda gli fosse stata bocciata. Un clandestino quasi invisibile insomma, che probabilmente forniva documenti falsi a spietati terroristi.

Eugenio Palazzini

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