Roma, 8 ago – Numerose avventure di Corto Maltese si sviluppano negli scenari bellici di tutto il mondo. Pratt, sensibilissimo al significato della Grande guerra, non poteva che ambientarne alcuni durante il primo conflitto mondiale.
Tra il 1917 e il 1918 Corto Maltese vive quattro avventure. Due scandite da un tempo lineare, in Francia e sul Piave, altre due scandite da un tempo metafisico e dilatato, a Venezia (la città che conferisce ad ogni episodio che vi è ambientato, la dimensione del sogno) e a Stonehenge.
Ad una lettura superficiale, Corto può apparire un mercenario, quello che non si schiera perché il suo unico scopo è quello di fare affari. Ma è tipico di Pratt caricare il suo personaggio di un significato che vada al di là di quello letterale.
In Sogno di un mattino di mezzo inverno, ambientato a Stonehenge, la scena è tutta dominata dal simbolismo del corvo e di mago Merlino. Corto dorme, un corvo lo sveglia, lo induce a denunciare agli inglesi una spia tedesca, la bellissima Rowena. Prima di finire di fronte al plotone di esecuzione, Rowena regala a Corto una croce di ferro tedesca. Corto inflessibile sentenzia: “Ma perché le donne che mi interessano si trovano sempre dall’altra parte della barricata?”. L’episodio si conclude con il risveglio del marinaio che dice al corvo: “E di tutto il sogno sei la sola cosa concreta che mi resta”. Ecco il gusto del paradosso di Pratt: il corvo (il simbolo più vivido) è l’unica cosa concreta. Più di una bella donna, più di una pistola.
In Cotes de nuits e rose di Piccardia, Corto si trova sul fronte opposto rispetto al celebre Barone Rosso, personaggio leggendario ed asso dell’aviazione tedesca. Il Barone è rappresentato da Pratt come bellissimo e spavaldo. Ci aspetteremmo che un gentiluomo di ventura si schieri dalla parte di un eroe come Manfred von Richthofen. E invece no. O almeno sul piano letterale. Sul piano allegorico invece, sì. Il campo di battaglia è differente ma mentre tutti i soldati cercano di abbattere l’aereo del Barone, Corto si mostra insofferente. Dopo la morte di von Richthofen, un soldato chiede a Corto se desideri rubare qualcosa al Barone come cimelio di guerra. Questa la risposta di Corto: “Mi spiace soldato, ma da un pezzo non faccio più collezione di francobolli”. E ancora riguardo al Barone: “Quel mestiere se l’era scelto lui… E l’ha fatto anche bene, a quanto pare, prima o poi doveva finire così”. Al termine dell’episodio, con fare spaccone, si vanterà inoltre di non aver assolutamente partecipato alla battaglia.
La vicenda più pregnante è quella che si svolge sul Piave, Sotto la bandiera dell’oro. Corto partecipa alla guerra ma non per motivi politici o patriottici. D’altro canto è un senza patria. Fatica e combatte più di un normale soldato e ottiene di più. Nell’episodio, Corto realizza un piano per rubare l’oro del Montenegro. Il dialogo tra Corto e Onatis, sintetizza al meglio la natura antiborghese del marinaio:
– “Dimmi Onatis… Cosa farai con la tua parte?”
– “Beh… Metterò su una flottiglia di pescherecci e con i futuri guadagni anche una di petroliere… E tu cosa farai con la tua parte, Corto Maltese?”
– “Oh… Io ho molti amici e amiche… Me li spendo con loro!”
Aurora Benincampi
1 commento
[…] Da Mago Merlino al Barone Rosso: Corto Maltese nella Grande Guerra […]