Roma, 9 feb ā La schwa ĆØ Ā«frutto di un perbenismo, superficiale e modaiolo, intenzionato ad azzerare secoli e secoli di evoluzione linguistica e culturale con la scusa dell’inclusivitĆ Ā». Sta arrivando a 13mila firme la petizione contro l’utilizzo della famigerata schwa e dell’asterisco lanciata su Change.org dal professore Massimo Arcangeli. Un appello a cui nelle scorse ore hanno risposto il linguista Luca Serianni e la scrittrice Edith Bruck, ma anche Alessandro Barbero, Massimo Cacciari, Paolo Flores dāArcais e tantissimi scrittori, storici, artisti e letterati con in testa Claudio Marazzini, il presidente dellāAccademia della Crusca che più volte si era pronunciato contro Ā«la lettera della discordiaĀ» che manda in broido di giuggiole la Murgia e i suoi fan.
Petizione contro la schwa: il testo
Nel presentare la raccolta firme, l’ordinario di Linguistica italiana allāUniversitĆ di Cagliari parla di Ā«pericolosa deriva, spacciata per anelito dāinclusivitĆ da incompetenti in materia linguistica, che vorrebbe riformare lāitaliano a suon di schwa. I promotori dell’ennesima follia, bandita sotto le insegne del politicamente corretto, pur consapevoli che l’uso della “e” rovesciata” non si potrebbe mai applicare alla lingua italiana in modo sistematico, predicano regole inaccettabili, col rischio di arrecare seri danni anche a carico di chi soffre di dislessia e di altre patologie neuroatipicheĀ».
Nemica del femminile
L’introduzione della schwa, propagandata come Ā«inclusivaĀ», sancisce in realtĆ la morte delle forme femminili di tanti sostantivi, come Ā«”direttrice” e “pittrice”, “autrice” e “lettrice”Ā», che soccombono a Ā«“direttorÉ” e “pittorÉ”, autorÉ” e “lettorɔ». Ci sono voluti secoli per arrivare a molti di questi femminili, puntualizza Arcangeli. Ā«Entrambi i segniĀ», denuncia Ā«lo schwa e lo schwa lungo, sono perfino finiti in ben 6 verbali redatti da una Commissione per l’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore universitario di prima e seconda fasciaĀ».
Inoltre, Ā«Lo schwa e altri simboli (slash, asterischi, chioccioline, ecc.), oppure specifici suoni (come la “u” in “Caru tuttu”, per “Cari tutti, care tutte”)Ā», non sono motivati da reali richieste di cambiamento. Ā«Sono invece il frutto di un perbenismo, superficiale e modaiolo, intenzionato ad azzerare secoli e secoli di evoluzione linguistica e culturale con la scusa dell’inclusivitĆ .
la Murgia si inalbera
La petizione ha fatto discutere polarizzando fortemente il dibattito. Non ĆØ restata zittaĀ Michela Murgia, la quale ha voluto dichiarare che lāultima volta in cui qualcuno ha voluto imporre alle persone quali parole utilizzare, eravamo nel ventennio fascista. Poesia pura: i gendarmi del linguaggio, che pretendono di normare anche le virgole a favore della correttezza politica, danno dei fascisti a chi cerca di conservare la lingua italiana. Ā«Allāinterno di un sistema sessista come il nostro lo schwa ĆØ un inciampo necessario dellāocchioĀ», ha puntualizzato. Più che un inciampo, un’inutile rottura di palle.
Cristina Gauri
1 commento
La Murgia ĆØ un po’ confusa.
Scalpita per la fluidità di genere e poi si lamenta se non trova più donne vere
https://www.teatro.it/spettacoli/dove-sono-le-donne
Secondo me ha sbattuto la testa da piccola š