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Sacro e potenza: il significato simbolico della Corona ferrea

by Marco Battistini
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Roma, 26 mag – Correva l’anno 1805 quando – proprio il 26 maggio, nel Duomo di Milano – Napoleone Bonaparte veniva incoronato Re d’Italia. Simbolo sacro e sinonimo di potenza, sul capo dell’imperatore corso trovava la sua continuità la Corona ferrea.

Un’opera d’arte dalla storia particolare

Opera di oreficeria tra le più significative di tutta la storia europea, il diadema aureo è formato da sei piastre rettangolari impreziosite da granati, zaffiri e ametiste. Dalla particolare dimensione ridotta (non si esclude che originariamente fosse più grande), non si hanno certezze su datazione e provenienza. Oggi custodita e protetta in quel di Monza – nella cappella di Teodolinda, tabernacolo della locale abbazia – secondo la tradizione deve il proprio nome a un chiodo della Passione di Cristo. Reliquia che dapprima sarebbe stata fatta inserire da Sant’Elena, di ritorno da un viaggio in Palestina, nell’elmo del figlio Costantino. E, due secoli più tardi, donata da papa Gregorio I alla regina Teodolinda. Fu quindi la moglie di Agilulfo ad incastonare il piccolo e venerabile oggetto metallico nel simbolo reale protagonista di queste righe.

Da Carlo Magno a Napoleone: le incoronazioni

Spiritualità e impero, sacro e potenza: da – molto probabilmente – Carlo Magno al Bonaparte, era prassi per il Re d’Italia (o aspirante tale, vedere alla voce dei Visconti) cingersi il capo con la Corona ferrea. Anche se il numero effettivo di incoronazioni è difficilmente quantificabile. Le fonti a tal riguardo infatti sono scarse e talvolta in contraddizione tra loro. Sappiamo poi che i longobardi – e più in generale i popoli germanici – “preferivano” associare il potere alla lancia del sovrano.

Tra i nomi certi del Medioevo troviamo, tra gli altri, Corrado III di Svevia, Federico I Barbarossa e Enrico VI di Hohenstaufen – tutti nel dodicesimo secolo. Poi Carlo IV di Lussemburgo (1355) e, in età moderna, Carlo V d’Asburgo nel 1530. L’ultimo ad essere incoronato, ma come re del Lombardo-Veneto, Ferdinando I d’Austria.

Sacro e potenza, l’Italia e la Corona ferrea

Poco importa che l’anello circolare interno non sia ferroso ma argenteo – e pertanto difficilmente riconducibile alla croce venerata dai cristiani. Ciò che è veramente significativo è il filo conduttore che lega il nostro paese (e su un livello maggiore la nostra idea europea) al concetto di sacro e alla volontà di potenza, anche nello specifico caso della Corona ferrea. Perché, vale la pena ribadirlo, l’Italia non è una semplice espressione geografica nata con la proclamazione del 17 marzo 1861. Al contrario, una storia decisamente più lunga che, come ben sappiamo, affonda le proprie radici nel mito. In quell’identità che assegna ad ogni popolo un luogo preciso, radicamento tutelato da una forza spirituale.

Non è un caso quindi che il cristianesimo diffusosi a queste latitudini sia stato a lungo – sicuramente per tutto il Medioevo – fortemente romanizzato. Lungi dal contemporaneo cattolicesimo universale e dalle illusioni egualitaristiche del ventunesimo secolo, anche il valore simbolico del diadema custodito in Brianza ha fatto suo il suddetto nesso di civiltà. Sia la spiritualità italica che quella continentale hanno saputo infatti sintetizzare la dimensione religiosa con quella eroica. Italia ed Europa, sacro e potenza: nella piccola ma fondamentale storia della Corona ferrea ritroviamo tutto quello a cui dovremmo attingere.

Marco Battistini

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