Roma, 6 set — Hanno trovato il suo scheletro sepolto nel terreno, con la lama di una falce posizionata all’altezza del collo e uno strano lucchetto fissato all’alluce sinistro: per gli archeologi potrebbe trattarsi di una «donna vampiro» — o, per meglio dire, ritenuta tale dalla popolazione locale — sottoposta a un trattamento rituale per impedire che si risvegliasse dal mondo dei morti compiendo strage di vivi.

La bizzarra scoperta, stando a quanto riportato dal DailyMail, arriva dal cimitero seicentesco di Pień, villaggio nel sud della Polonia. E a quanto pare non si tratta del primo cadavere sottoposto al macabro rituale. E’ noto come nei Paesi dell’Europa orientale fosse ampiamente diffuso il mito dei vampiri succhiasangue con relative superstizioni, che in alcuni specifici casi portarono ad esecuzioni pubbliche di persone accusate di vampirismo.

In Polonia la macabra sepoltura della donna vampiro

A rendere noto il caso della donna vampiro è il gruppo di ricerca composto da scienziati dell’Università Nicolaus Copernicus (Polonia) della città di Toruń, guidato dal professor Dariusz Poliński. La scoperta è avvenuta nel corso di uno scavo archeologico nel cimitero: gli operai impegnati nella ricerca si sono imbattuti nello scheletro di una donna dall’età ancora imprecisata, con indosso un cappello di seta — indicatore di classe sociale elevata. I ricercatori non escludono che la donna sia stata giustiziata per l’accusa di vampirismo. Secondo la credenza la falce posta all’altezza del collo, dal lato tagliente della lama, le avrebbe impedito di rialzarsi se si fosse «risvegliata» dal suo sonno di non-morta. Il lucchetto all’alluce aveva il compito di tenerla agganciata al luogo di sepoltura. «La falce non è stata distesa ma posizionata sul collo in modo tale che se il defunto avesse cercato di alzarsi la testa sarebbe stata tagliata o ferita», riferisce al Daily Mail il dottor Poliński.

Tanti vampiri, tanti rituali

Un altro metodo utilizzato per scongiurare il risveglio del vampiro era il taglio di braccia e gambe; in alternativa, il cadavere veniva posizionato con la faccia rivolta verso il terreno, oppure ne venivano bruciate le spoglie o il cadavere veniva maciullato a colpi di pietra. In altri casi era procedura comune piantare i classici pali di legno o metallo nel cranio o nel cuore del defunto. Tuttavia il presunto vampirismo potrebbe non essere l’unica motivazione alla base di questo rituale. La falce, spiega il professore, «proteggeva le donne in gravidanza, i bambini e i morti dagli spiriti maligni».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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