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Brexit, lo scherzetto da 30 miliardi: così Londra boicotta i prodotti dell’Ue

by Giuseppe De Santis
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Roma, 7 ago – Da quando gli elettori del Regno Unito hanno votato in favore della Brexit, da parte dell’Unione Europea è stato fatto di tutto per creare problemi al governo sua maestà. Questo con il malcelato obiettivo di scoraggiare tutte le altre nazioni che avessero anche solo pensato di seguire la stessa strada. Un’arroganza, quella dei burocrati di Bruxelles, che non è però passata inosservata. I cittadini britannici hanno così deciso di reagire colpendo l’Ue laddove fa più male: nel portafogli e, più segnatamente, nelle esportazioni. Causando un danno abbastanza rilevante in particolar modo ai Paesi considerati più “europeisti”.

Dopo la Brexit crollo delle importazioni dall’Ue

L’Office for national statistics (Ons), l’ufficio statistico della Gran Bretagna, ha infatti calcolato che rispetto al 2016 l’ammontare dei beni prodotti dalla Ue e venduti alla Gran Bretagna ha subito, dopo la Brexit, un calo di 28 miliardi di sterline. Il crollo più elevato lo ha registrato la Germania, che negli ultimi cinque anni ha lasciato sul terreno 12,2 miliardi di sterline. Dopo Berlino, il Paese con le perdite più elevate è stato il Belgio (3,7 miliardi di sterline in meno), seguito dalla Francia con 3,3 miliardi e dalla Spagna con 2,6 miliardi. Altri che hanno visto le loro esportazioni crollare sono l’Olanda con 2,7 miliardi di sterline, la Svezia con 1,2 e la Repubblica Ceca con 1,1 miliardi.

Leggi anche: Londra non teme la Brexit: siglati accordi commerciali con 57 nazioni

Come è possibile vedere è la Germania la nazione che ha pagato il prezzo piu’ elevato da questa campagna di boicottaggio. La cosa potrebbe essere spiegata con il fatto che sia considerata la “guida” dell’Ue: gli acquirenti britannici hanno dunque agito di conseguenza. Un altro aspetto da considerare è che per la prima volta da tanti anni i cittadini d’oltremanica sembrano preferire, laddove fosse possibile, comprare prodotti “Made in Britain” anche per dimostrare che possono prosperare fuori dal consesso comunitario. Come peraltro dimostrano anche gli ultimi dati macroeconomici.

Giuseppe De Santis

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2 comments

fabio crociato 7 Agosto 2021 - 10:27

Made in Commonwealth -1 e vistati, ricertificati made in Britain… Alla odierna piccola unione di puzzole europee non resta che fumare… mantenendosi attaccato al sino-casino!

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Nicola 8 Agosto 2021 - 9:46

Il commento di Fabio crociato ricorda tanto la storia dei marinai sulla barca che affonda. Il capitano: “La barca affonda!!!” I marinai: “Eh ma tanto la barca é tua”

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