Roma, 25 mar – Un disegno di legge per eliminare il pareggio di bilancio in Costituzione e ripristinare il testo originario dell’articolo 81 della Carta. Questa la proposta che la Lega si impegna a portare alle camere nel corso delle prossime settimane. Ad annunciarla Alberto Bagnai, presidente della commissione Finanze del Senato, nel corso del suo intervento durante l’audizione di ieri del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Via il pareggio di bilancio
Il ddl, a firma dei deputati Riccardo Molinari e Claudio Borghi, mira a “rimuovere il vincolo del pareggio di bilancio, in modo da non dover più chiedere tanti voti alle Camere ed evitando di chiedere permessi all’Europa”, ha spiegato Bagnai.
L’obiettivo è tornare al testo ante-riforma dell’articolo 81 della Costituzione, modificato nel 2012 (relatore alla Camera l’esponente del carroccio Giancarlo Giorgetti, anche in ultima lettura al Senato la Lega si astenne, il che equivale a voto contrario) introducendo il principio dell’equilibrio tra entrate e spese del bilancio dello Stato, che non si traduce però nel “pareggio” sic et simpliciter, bensì – legge di attuazione (la 243 del 2012) alla mano – nell’obiettivo di medio termine “individuato sulla base dei criteri stabiliti dall’ordinamento dell’Unione europea”. Obiettivo di medio termine che, stando alle più aggiornate “raccomandazioni” del consiglio Ue, coincide con un saldo strutturale – al netto cioè delle componenti legate al ciclo economico e degli effetti delle misure una tantum e temporanee – pari al +0,5% del Pil. Dal pareggio di bilancio al surplus il passo è stato brevissimo e ciò postulerebbe misure ancor più restrittive, quindi di austerità: una follia se si pensa che viviamo da anni in una fase di sostanziale stagnazione destinata adesso, con l’esplodere dell’epidemia di coronavirus, a trasformarsi nell’ennesima recessione.
Un’ampia maggioranza?
Già il contratto di governo Lega-M5S prevedeva interventi in tal senso, anche se nulla in merito era stato fatto: “Anche quando eravamo in maggioranza lo chiedevo ogni settimana ma non era mai considerato urgente. Adesso lo è”, ha spiegato Borghi. Quella della Lega non è tuttavia l’unica proposta in cantiere.
Già nel 2018, ad esempio, la deputata grillina Tiziana Ciprini aveva depositato un ddl (attualmente fermo alla Camera) recante “modifiche agli articoli 81, 97 e 119 della Costituzione, concernenti l’eliminazione del principio del pareggio di bilancio”. E’ invece del 2014 (poi rinnovata nel 2018) la proposta dell’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina (oggi a Montecitorio tra le fila di Liberi e Uguali) volta a modificare “il comma 2 dell’articolo 81 – spiegava l’allora esponente della minoranza Pd – in modo che sia possibile l’indebitamento da parte dello Stato per fare degli investimenti”.
Il consenso che, almeno sulla carta, l’idea sembra raccogliere, potrebbe addirittura permettere ampie maggioranze. Ne è convinto sempre Borghi: “Tratteremo insieme – ha scritto su twitter – anche la proposta Ciprini. Lega, M5S, Leu e credo che altri si aggiungeranno. Si punta alla maggioranza di 2/3”, che garantirebbe la possibilità di far approvare la modifica senza passare dal referendum confermativo.
Filippo Burla
1 commento
buona idea.
mettete anche i minibot,
e visto che il mes è solo a vantaggio del nord europa,
NO al nuovo mes…
e
NO,anche al vecchio.
visto che nel nord europa pensano solo ai propri marci soldi,
che se lo paghino da soli.