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Europa: l’ultima ruota del carrello

by Cesare Garandana
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droneRoma, 11 ott – Purtroppo l’Italia, e l’Europa per estensione, sembra affezionata ad essere l’ultima ruota del carro, o meglio del carrello, nell’ambito dell’industria aerospaziale. Quello che esperti, appassionati e riviste del settore stanno denunciando da tempo sembra ora arrivato alle orecchie di politici ed imprenditori europei: senza un ambizioso e serio programma europeo, l’Unione sarà di fatto esclusa dalla competizione in uno dei settori più dinamici del mercato aerospaziale militare,quello degli UAS (Unmanned Aerial System), più comunemente conosciuti come droni o velivoli senza pilote,  oltre ovviamente a comportare l’ennesima perdita di sovranità degli stato membri.

A farla da padrona nel settore sono ovviamente gli Stati Uniti ed Israele, gli stati che storicamente hanno un investimento maggiore sul settore Difesa. Il problema è sempre lo stesso: la mancanza di volontà politica degli Stati membri a finanziare programmi di sviluppo, sebbene si stimi che il mercato mondiale dei droni dovrebbe raddoppiare i proventi nei prossimi dieci anni, passando da 5,2 miliardi di dollari a circa 11,6 miliardi di dollari nel 2013.

Purtroppo, non abbiamo tempo da perdere: : “Abbiamo perso almeno 10 anni in Europa, e più tardi agiremo più americani e israeliani domineranno il grande mercato dei velivoli senza pilota” ha affermato l’A.D. di EADS al salone aerospaziale di Le Bourget di Parigi.

I recenti scenari bellici, in particolar modo quelli mediorientali, hanno dimostrato l’efficacia di questo tipo di sistema, soprattutto nei nuovi scenari di guerra asimmetrica ove intelligence ed il concetto di Network Centric Warfare (NCW) rappresentano la risposta del comparto militare alle esigenze operative dell’era dell’informazione. Purtroppo, i governi europei sono restii a lanciare un piano per droni di fabbricazione europea, nonostante si siano anche rafforzate le pressioni degli industriali ormai ben consapevoli dell’importanza strategica del segmento e delle tempistiche per lo sviluppo ed industrializzazione di sistemi simili.

Non resta che convincere ora gli stati membri dell’Unione prima che, come evidenzia anche il Wall Street Journal, “siano Paesi come Cina, Sudafrica e Turchia a colmare lo spazio, perché chiaramente – ha sottolineato un alto manager della svedese Saab – i droni sono il futuro”.

 

Cesare Dragandana

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