Roma, 3 lug – Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale, il governo mette (per ora) la parola fine sul cashback. La misura viene sospesa per sei mesi, con la promessa di essere rivista per poi – forse – tornare con l’inizio del 2022. Si conclude così, a solo un semestre di distanza dal suo varo, l’esperimento che voleva essere (insieme all’altra ridicolaggine della Lotteria degli scontrini) una colonna portante del “Piano Italia cashless”. Lasciando a noi un bilancio che ci parla di una perdita secca miliardaria.
Con la sospensione del cashback il governo punta a recuperare almeno 1,5 miliardi che saranno dirottati, fra le altre cose, alla riforma degli ammortizzatori sociali. Non è però solo una questione di voci cui attingere per far quadrare i conti, sotto accusa finisce infatti l’intero impianto che informava la misura: “Il cashback ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori“, ha spiegato il premier Draghi nell’annunciarne la sospensione.
Cashback sospeso: il conto miliardario
L’incentivo, fortemente voluto dal governo Conte bis, aveva come obiettivo quello di stimolare l’utilizzo di pagamenti elettronici come forma di contrasto all’evasione fiscale. Peccato che la correlazione sia indimostrata. E persino la Bce si era mossa per affermare che “l’accettazione dei pagamenti in contanti debba costituire la norma”.
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Alla fine, questo cashback, qualcosa di buono l’avrà pure prodotto? Il nulla al quadrato, vien da dire. Le cifre ci parlano di meno di 800 milioni di transazioni aggiuntive per un incasso totale per il fisco pari a circa 200 milioni. Il tutto a fronte di una spesa di 4,7 miliardi. La differenza fa – lo scriviamo per esteso – quattro miliardi e mezzo. Uno in meno, per la cronaca, dei 5,5 ai quali ogni anno l’erario rinuncia a beneficio dei paradisi fiscali comunitari. Quelli benedetti dall’Ue in nome della libera circolazione dei capitali.
Filippo Burla
3 comments
niente al quadrato,come dice saggiamente l’articolo.
questa perdita secca certifica due cose:
la VERA evasione fiscale è l’elusione,cioè quella che le grandi ditte e le multinazionali fanno legalmente tramite le norme che si sono fatte approvare dai politici e governi compiacenti,dopo averli adeguatamente foraggiati.
è NECESSARIO un fisco REALMENTE SEMPLICE ED EQUO,cioè senza scappatoie:
che preveda aliquote irpef molto più progressive,no tax alta (sotto i 15000 euro annui,solo le tasse indirette) pressione crescente al crescere del reddito,per tutti:
privati e società di persone o capitali (diciamo 80% dal milione di euro in su)
e certifica altre si una cosa,chiarissima:
quelli che hanno introdotto la lotteria degli scontrini e il cashback sugli stessi,NON
SONO DEGLI ECONOMISTI,BENSI’
DELLE BERTUCCE AL CUBO.
anzi,visto che siamo in fase di riforma raccomanderei caldamente a chi ne ha il potere,di “spingere”presso i legislatori competenti
in modo da convincerli a tornare indietro…verso una scala di tassazione simile a questa:
fino a 15.000 euro di reddito NETTO, (proletariato) aliquota zero…solo tasse indirette.
da 15mila a 25 mila aliquota 10% (più tasse indirette)
da 25 mila a 50 mila aliquota 20% (più tasse indirette)
da 50 mila a 100 mila aliquota 30% (più tasse indirette)
da 100 mila a 200 mila aliquota 40% (più tasse indirette)
da 200 mila a 400 mila aliquota 50% (più tasse indirette)
da 400 mila a 800 mila aliquota 60% (più tasse indirette)
da 800 mila a 1,6 milioni aliquota 70% (più tasse indirette)
oltre 1,6 milioni 80% fisso.
semplice e inclusiva,come si vede…
AIUTA la fascia bassa della società
a risalire e migliorare il proprio tenore di vita,spingendoli verso la classe media..
e contemporaneamente sposta la tassazione verso i grandi capitali..(che stanno diventando troppo potenti per non essere anche antidemocratici)
e SENZA intaccare ma anzi MIGLIORANDO
il tenore di vita generale del paese,
che si ricordi…
è fatto essenzialmente di proletariato e classe media,
NON di plutocrati.
non a caso infatti,i passati legislatori (alla prima introduzione delle aliquote) erano stati molto più attenti al valore sociale della tassazione..e alla costituzione italiana,
infatti all’epoca le aliquote erano molte di più,e molto più progressive.
bel commento esatto! il nulla al cubo esponezialmente faccie di cubo . uno era un DJ l’altro il grande fratello, oddio quando parlavano di scie, controllo globale, alieni, e forme rettili erano piu credibili nella follia: ma quali economisti ! sono scappati dal circo, scappati de casa , scappati alla somministrazione della pillola blu del piu vicino centro di igiene mentale….questa e la realtà dei giacobbini al governo!