Roma, 27 mag – I voucher? Eliminati con un tratto di penna solo per evitare una probabile sconfitta del governo al referendum previsto (ma poi saltato) questo mese, rimediando una figura se possibile ancora peggiore dato che si è gettato il proverbiale bambino con l’acqua sporca. Creato un buco normativo e di gettito per l’Inps, l’esecutivo tenta allora di correre ai ripari inserendo nella manovrina all’esame della Camera – su proposta del capogruppo Pd, Ettore Rosato – un emendamento che sostanzialmente li ripristina, sia pur con alcune correzioni.
Non più voucher, ma libretto di famiglia e contratto occasionale. La marcia indietro parte dal nome ma non solo: non avremo più i ‘buoni lavoro’ utilizzabili con poche restrizioni ma delle forme contrattuali atipiche riservate a famiglie e piccole imprese. Per le prime sono allo studio forme di titoli di pagamento del valore nominale di 10 euro acquistabili in carnet, mentre le aziende sotto i cinque dipendenti dovranno, previa registrazione al portale dell’Inps, sottoscrivere un contratto (più o meno) vero e proprio con il lavoratore. Niente più uso indiscriminato dei vecchi voucher dunque, visti anche i nuovi limiti introdotti: tetto a 5000 euro l’anno per corrispondenti 280 ore di lavoro, in caso contrario scatterà l’obbligo di assunzione a tempo indeterminato.
Funzionerà? Ammesso che il governo riesca ad ottenere il voto favorevole dell’aula – i bersaniani di Mdp, che pur sostengono la maggioranza, hanno già annunciato voto contrario – la macchinosità della procedura non depone certo a favore dello strumento. Quale piccolo imprenditore si sobbarcherà tutta la trafila per ricorrere ad una modalità di pagamento che fino a poche settimane fa poteva semplicemente acquistare in tabaccheria? Non serve dire che il problema di un uso indiscriminato dei vecchi voucher esisteva, con tutte le storture connesse e la creazione di una platea di lavoratori ad un livello perfino più basso della ‘serie B’. Ma questo non giustificava né la loro abolizione tout court né giustifica, oggi, un ripristino raffazzonato che produrrà, nella migliore delle ipotesi, molta carta ma poca emersione del lavoro nero, che non nascondiamoci: rimarrà ancora la forma più usata e abusata.
Filippo Burla