Atene, 4 lug – La Grecia è ormai agli sgoccioli. Non solo per l’esito del referendum di domani, ma anche in termini di liquidità a disposizione dei cittadini. E lunedì, dopo una settimana di serrata, dovrebbero riaprire le banche.
Andiamo con ordine. Anzitutto, il limite dei 60 euro massimi giornalieri prelevabili ai bancomat è ormai indirettamente sceso a 50 euro. Gli atm sono infatti a corto di banconote da 20 euro, tanto che il taglio minimo -ed unico prelevabile, dato che il limite dei 60 permane comunque- è diventato così 50 euro. Si susseguono poi altre indiscrezioni, come quella per cui molti commercianti non accettano più pagamenti con carta di credito vista l’incertezza sulla possibilità di andare poi effettivamente all’incasso.
Intanto, la liquidità in cassa alle banche greche sarebbe agli sgoccioli. “Dopo lunedì ci sarà un problema serio di finanziamento“, ha dichiarato Louka Katseli, presidente dell’Unione delle banche greche, precisando però che dall’inizio della settimana prossima la Bce potrebbe estendere il programma Ela (Emergency liquidity assistance) per dare un po’ di respiro al sistema bancario ellenico. Permane comunque il dubbio che tali dichiarazioni siano anche un modo per condizionare l’esito del voto, giocando su una sorta di effetto panico.
Il timore del ricorso a mezzi non ortodossi al fine di convincere la popolazione greca a votare “Sì” trova un’ulteriore conferma nel fatto che, in assenza di un intervento della Bce lunedì, il governo potrebbe procedere ad un prelievo forzoso attorno al 30% sui conti correnti oltre gli 8mila euro. Indiscrezione rivelata dal Financial Times ma smentita dal ministro dell’Economia Varoufakis. Un altro modo per cercare di influenzare il greferendum?
Roberto Derta
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