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Il piano geniale di Letta: più Ue, privatizzazioni e ius soli

by Michael Mocci
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rsz_letta-in-europaRoma, 13 feb – Il puer delle Egloghe di Virgilio in realtà era Matteo Renzi. Il predestinato è lui ma Letta ci prova in tutti i modi a restare fermo al suo posto. Ieri il premier ha presentato il piano “Impegno Italia” da sottoporre ai partiti che sostengono il Governo. Tanta Ue, ius soli, liberalizzazioni e privatizzazioni accanto al taglio del cuneo fiscale: questi i temi centrali delle 59 pagine del dossier, gli stessi che ci sono stati continuamente proposti dai governi “tecnici” negli ultimi anni. Perché tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. Vediamo nel dettaglio il documento.

Appena si inizia a leggere il dossier di Letta è impressionante notare la ripetitività della parola “Europa”, quasi fosse una formula sacra: “Ci siamo posti sempre e solo al servizio dell’Italia e dell’Europa” – si legge nella premessa. “Chiedo al Parlamento e ai partiti di definire, senza più rinvii, l’orizzonte della legislatura su tre assi: economia, riforme istituzionali, Europa”. “L’orizzonte di ‘Impegno Italia’ è l’Europa”. Letta fa riferimento alla Presidenza dell’Ue che, da luglio, toccherà all’Italia e scrive di volere “un’Europa diversa da quella della sola austerità”. Letta rinnega le folli politiche economiche europee? Neanche per sogno, ecco l’Europa ideale per il premier: “Vogliamo sostenere l’attuazione della road-map verso una vera Unione Economica e Monetaria e soprattutto vogliamo il completamento dell’Unione bancaria, incluso il meccanismo di gestione delle crisi dotato di un fondo unico di risoluzione e di un credibile backstop comune”. Il riferimento è chiaramente al fiscal compact senza dire una sola parola su come l’Italia riuscirà a pagare 40 miliardi di euro per rispettare questo trattato.

Infine una lezione di diplomazia che neanche Sun Tzu: “Per contare in Europa non serve battere i pugni sul tavolo quando è troppo tardi. Bisogna avere l’autorevolezza di contribuire a scegliere per tempo cosa viene portato su quello stesso tavolo”.

Poi si passa all’elencazione dei singoli provvedimenti: “promuovere una nuova occupazione a tempo indeterminato”, un piano contro le emergenze abitative, “regolare i diritti delle coppie conviventi, e l’applicazione dello ius soli per il quale “i tempi sono maturi”. Alle pagg. 30-31 del dossier si trova il piatto forte di Letta: “Rilanciare le liberalizzazioni, in particolare dei servizi pubblici locali”, cosa che i governi “tecnici” hanno finora fatto abbondantemente senza sortire alcun risultato, e “Realizzare un piano di privatizzazioni”, in particolare delle Poste italiane. Cioè, si vuol vendere a dei privati una delle poche aziende italiane che produce utili.

E tutti quanti, gattopardi, leoni, sciacalli, pecore, continueranno a crederci il sale della terra.

Michael Mocci

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