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Imprenditori negli Usa per cercare di svendere altri pezzi d’Italia

by Giuseppe Maneggio
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New York, 10 feb – Questo pomeriggio presso la sede di Bloomberg a Manhattan, si terrà il vertice ‘Italy Meets the United States of America‘ organizzato da Aspen Institute Italia e The Council for The United States and Italy. Il tema di questo vertice, al quale parteciperà anche il Ministro degli Affari Esteri italiano Paolo Gentiloni sarà “Italia: noi siamo aperti al business”. Al summit saranno presenti inoltre grandi aziende quali Enel, Fiat Chrysler (FCA), Poste Italiane, Terna, Wind.

Sergio Marchionne – Ad di Fiat Chrysler – che presiederà’ gli incontri del pomeriggio del Council darà’ la misura del progresso ricordando l’annuncio recente di nuove assunzioni di 1.500 persone agli impianti di Melfi, dovuto al ritorno di un approccio globale allo sviluppo industriale e aziendale. Ma ci saranno anche le testimonianze di Alessandro Castellano di Sace, un altro esempio di cambiamento visto che il governo ha deciso di rendere Sace autonoma con un percorso per un collocamento in borsa che agevolerà’ l’erogazione di credito all’esportazione. Per l’imprenditoria ci saranno Riccardo Illy di Illy Group, Sergio Dompe’ Presidente di Dompe’ farmaceutici, Paolo Marcucci di Kedrion, Massimo Scaccabarozzi presidente di Farmindustria. Ci saranno anche banchieri italiani come Monica Mandelli di Goldman Sachs o Federico Mennella di Lincoln International.

Un vertice che ha attirato le attenzioni anche di America 24, costola redazionale de Il Sole 24 Ore con sede proprio a New York e che vanta tra le altre cose una radio che racconta gli Stati Uniti giorno dopo giorno, e che entusiasticamente vede l’opportunità di nuovi investimenti americani in terra italiana. “L’atteggiamento nei confronti dell’Italia e’ cambiato rispetto anche ad alcuni mesi fa” e la lunga sequela di ragioni che indurrebbero lo zio Sam ad attraversare l’Atlantico fanno da corredo all’analisi giornalistica fornita dai redattori de Il Sole 24 Ore. Il nuovo mercato del lavoro, che necessita di flessibilità e di costi sempre più bassi rendono in questo momento l’Italia particolarmente attraente. Indicative in tal senso le nuove misure attuate attraverso il Jobs Act dal governo Renzi, ma anche il quasi immobilismo dei salari italiani che crescono in misura assai più ridotta che negli altri paesi dell’Ue. Queste le ragioni per cui il Belpaese dovrebbe attrarre nuovi investimenti a stelle e strisce rispetto a Germania, Francia e Inghilterra che offrono costi complessivi molto più alti.

Ma anche il decreto Destinazione Italia del 2013 varato dal governo Monti e che consente agli investitori stranieri di avere particolari regole fiscali e incentivi, nonché il recente decreto sul Fiscal Compact che estende l’esenzione fiscale sugli interessi pagati da aziende italiane ai fondi di investimento, sono alcune delle altre ragioni che, secondo i giornalisti del quotidiano di Confindustria, rendono l’Italia molto più appetibile rispetto al passato.

L’impressione, leggendo l’articolo di America 24, è che si stia tentando di vendere la pelle dell’orso prima ancora di averlo cacciato. In realtà ciò che si andrà a proporre in terra statunitense è il grosso delle riforme strutturali promesse dal governo Renzi e che in ragione della direzione iper liberista che esse portano in nuce, dovrebbero convincere gli investitori americani a puntare le loro mire speculative verso l’Italia.

Giuseppe Maneggio

 

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