Roma, 15 dic – Come già nel precedente mese di ottobre, anche i dati di novembre confermano un sostenuto scivolone dell’economia nazionale.
Secondo l’ultimo rapporto Terna, infatti, la domanda di elettricità – considerando gli effetti del calendario e delle temperature – ha subito il mese scorso un calo dello 0,6% rispetto a novembre 2014, imputabile in massima parte alle attività economiche. Le riduzioni più vistose sono state osservate ne nord-est, nord-ovest e, tanto per cambiare, in Sicilia.
Si può essere certi che con questi dati non può esistere alcuna ripresa, nemmeno marginale.
Sul fronte dei prezzi, i recenti dati Istat mostrano, ancora per novembre, una diminuzione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) in arretramento dello 0,4% rispetto al precedente mese di ottobre, mentre l’indice rappresentativo dell’inflazione, relativo ai prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, cala dello 0,2% in termini congiunturali e si attesta su una variazione tendenziale nulla rispetto a novembre 2014.
Si accentua, quindi, la spirale deflattiva che può considerarsi un ulteriore indice della stagnazione o dell’arretramento dell’economia, nonché dell’estrema debolezza della domanda interna.
In una prospettiva più ampia, l’istituto di statistica europeo, Eurostat, ha certificato che nel triennio 2012-2014 l’Italia è stata la Cenerentola d’Europa, tranne la piccola Cipro, in quanto sia a consumi individuali, sia a prodotto interno lordo (Pil) pro-capite, valutati a parità del potere d’acquisto, avendo registrato in ambo i casi diminuzioni sostenute di anno in anno per un totale di cinque punti percentuali, tanto che i valori assoluti nazionali dei due importanti indici sono scesi per la prima volta sotto la media europea, rispettivamente del 2% i consumi e del 4% il Pil pro-capite.
In pratica, da uno dei Paesi leader per forza economica siamo scivolati nella parte bassa della classifica.
Avevamo già scritto che Renzi ha fatto peggio di tutti anche nella sfera economica: evidentemente, però, al peggio non c’è fine e – ad aggravare – le sparate dell’amico dei banchieri non fanno che alimentare una farsa che, attraverso l’illusione propinata agli Italiani, rischia di trasformarsi in tragedia.
Francesco Meneguzzo