Roma, 5 feb – Quanto vale il lavoro per il Pd? A giudicare da un tweet di Valeria Fedeli, meno di 5 euro l’ora. Lordi. Uno stipendio che rasenta la schiavitù ma che, se lo scopo è attaccare il governo gialloverde, per i dem diventa addirittura esempio di “cultura del lavoro”. Testuali parole.
Il tweet, legato alla partecipazione dell’ex ministro dell’Istruzione alla puntata de “L’aria che tira” in onda ieri su La7, verteva sul dibattito in merito al reddito di cittadinanza. Una misura che la Fedeli – come tutto il suo partito – boccia senza riserve dato che, osserva: “Chi lavora 8 ore al giorno prenderà molto meno di chi avrà il #redditocittadinaza” (errore di battitura della senatrice). Un discorso simile a quello fatto da Confindustria: “Temiamo che questo strumento anzichè incentivare l’offerta, ovvero muovere le persone a cercare occupazione, abbia un effetto di scoraggiamento”, spiegano da viale dell’Astronomia. La ragione? Semplice: “I 780 euro mensili potrebbero scoraggiare dal cercare un impiego considerando che in Italia lo stipendio mediano dei giovani under 30 si attesta a 830 netti al mese”.
Insomma, Valeria Fedeli e gli industriali uniti nella lotta. Non nel merito – sul quale ci sarebbe ampiamente da discutere, stante una misura che rischia a/ di non affrontare la povertà e b/ di non far calare sensibilmente la disoccupazione – ma nel contesto. “Questo è contro cultura del lavoro”, chiosa l’ex ministro. Ed ex sindacalista, per la cronaca. Dalla quale sarebbe dunque lecito aspettarsi qualche parola in più sugli stipendi dei giovani (e non solo) italiani, laddove la quota dei redditi sul Pil è calata in Italia dal 70% degli anni 70 al 60% di oggi. Merito, se così si può dire, della moderazione salariale che soprattutto negli ultimi anni ha visto spinte arrivare da tutte le parti. Per il Pd, pare di capire, è tutto invece più che normale. Anche prendere in busta paga meno di 800 euro al mese. Perchè 40 ore per 4 settimane per 5 euro l’ora – conti della Fedeli alla mano – fa proprio questa cifra.
Filippo Burla