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Il tutto e le sue parti: perché l’economia analitica non funziona

by Claudio Freschi
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economia analitica

In ambito scientifico, con il termine «analisi» si intende il processo con cui si cerca di studiare un elemento complesso riducendolo in tante piccole parti, cercando di capire il loro funzionamento al fine di avere una migliore comprensione del tutto. Malauguratamente, l’economia – nonostante l’appellativo «scienza triste» coniato nel tardo Ottocento dal filosofo scozzese Thomas Carlyle – è ben lungi da poter essere considerata una scienza esatta. Sfidando questa ovvia considerazione, generazioni di economisti hanno comunque entusiasticamente adottato l’approccio analitico, promuovendo e implementando l’utilizzo di complicati modelli econometrici.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di maggio 2023

Convinti di sopperire con il rigore formale di complesse formule matematiche all’impossibilità di prevedere il futuro, hanno provato a cercare la loro verità prendendo in considerazione ipotesi semplificate e poche variabili, al fine di far «funzionare» i loro modelli. Ma questa eccessiva semplificazione, magistralmente evidenziata da John Maynard Keynes nella sua Teoria generale, porta a quella che gli anglosassoni chiamano fallacy of composition, letteralmente l’errore di composizione; ovvero, l’erronea credenza che ciò che è vero per una parte sia vero anche per l’insieme, il quale diviene così una semplice somma delle parti.

I fallimenti dell’economia analitica

La microeconomia sviluppa teorie sui comportamenti economicamente rilevanti dei singoli individui, ma Keynes ha dimostrato come fosse inappropriato estendere i ragionamenti relativi a questi comportamenti a livello generale, costruendoci sopra politiche economiche. Un banale esempio chiarirà meglio il concetto. Come (quasi) tutti noi sappiamo, la Terra ha una forma sferica: eppure, se noi misurassimo la curvatura della piastrella 50 cm x 50 cm sotto i nostri piedi, scopriremmo che è praticamente nulla. In maniera analoga, se misurassimo la stessa superficie sotto i piedi del collega a un metro da noi, otterremmo lo stesso risultato. Se ci spingessimo un po’ oltre e provassimo a misurare l’angolo tra le due piastrelle, noteremmo che anche in questo caso il risultato sarà zero e, ripetendo il procedimento per tutto l’ufficio, potremmo estendere il ragionamento e affermare che la Terra sia piatta. L’errore, ovviamente, consiste nel fatto che…

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