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Riders assunti come dipendenti. Più tutele, ma un salario magro

by Riccardo Natale
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riders, just eat

Roma, 31 mar – I riders ritornano sotto i riflettori. La categoria dei ciclofattorini infatti, per la seconda volta in 6 mesi, ha sottoscritto un contratto collettivo nazionale con le multinazionali delle consegne. Stavolta sono state Cgil, Cisl e Uil a siglare il primo contratto nazionale con Just Eat che rende i riders a tutti gli effetti dei lavoratori dipendenti. Quest’ultimo si aggiunge a quello stipulato a settembre dall’Ugl con Assodelivery (associazione di categoria che unisce Deliveroo, Glovo, Social Food e Uber Eats). Mercato dei riders che, ricordiamo, conta in totale circa 100mila fattorini. Escludendo quelli impiegati nella logistica o servizi correlati, gli addetti dedicati alle piattaforme del cibo sono più di 30mila. Questo gruppo a sua volta si divide in due parti: appena 15mila hanno nelle consegne la loro maggiore fonte di reddito. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa prevede l’ultimo contratto strappato dalla triplice sindacale con Just Eat e perché, nonostante i toni trionfalistici, rischia di essere uno specchietto per le allodole e avallare il precariato.

Riders, il contratto: più tutele ma un salario magro

Con questo nuovo contratto che accorpa ufficialmente i riders nel settore del trasporto merci e logistica , Just Eat si impegna ad assumere entro un anno 4.000 persone. Esso introduce un salario minimo di 9,60 euro orari con sì maggiori tutele previdenziali (Tfr, maternità, ferie, tredicesima e quattordicesima, malattie e infortuni sul lavoro) ma non è tutto oro quel che luccica. Considerando tutte le integrazioni raggiungibili dopo un tot di consegne e di anni di lavoro e i vari rimborsi spesa, il contratto subordinato non supera i 650 euro mensili. Nella stragrande maggioranza delle adesioni sono previste 10 ore settimanali con un importo netto mensile che non supera i 250 euro. Questo a riprova del fatto che, seppur ora regolamentato come lavoro subordinato, il rider è ancora legato al mondo del lavoro part-time.

I meriti di Ugl: i primi a regolamentare un contesto di caporalato 

Il punto della questione tra quale dei due contratti sia il migliore è il seguente: i riders dovrebbero essere considerati come lavoratori dipendenti o autonomi? Il contratto dell’Ugl con Assodelivery è sicuramente perfezionabile. Parliamo però del primo (e unico allora a sedersi ai tavoli davanti alle multinazionali) sindacato a normare un contesto in cui prima i riders, dopo giornate lavorative anche di 10 ore, non sapevano quanto avrebbero portato a casa a fine giornata..

Il contratto come lavoratori autonomi di Assodelivery prevede un compenso minimo di 10 euro lordi per ora lavorata; indennità integrative crescenti in  caso di lavoro notturno, festività e maltempo; un incentivo di 7 euro l’ora, anche senza richieste di consegne, nei primi 4 mesi dall’apertura del servizio in una nuova città. Infine il contratto stabilisce un sistema premiale di 600 euro ogni 2000 consegne.

“Il nostro metodo, spiega Vincenzo Abbrescia, segretario nazionale Ugl rider, “è quello di partire da un contratto autonomo a cui aggiungere tutele crescenti. Un esempio su tutti. Un rider che fa un incidente mentre consegna ha una copertura Inail. Noi invece puntiamo a polizze che consentano la copertura anche a chi si è fatto male nel tempo libero. Non è un dettaglio, ma un elemento primario per evitare che chi non può pedalare si trovi senza incassi”.

Un problema politico

Siamo sicuri che tutti i riders vogliano essere dipendenti? Ieri, di fronte Montecitorio, si è svolta una manifestazione dei riders contrari al nuovo contratto con Just Eat la cui rivendicazione era “noi vogliamo l’ autonomia”, riservando forti critiche. Alla luce soprattutto del patto anti caporalato sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con la super visione del ministro del Lavoro Orlando. Il problema, oltre ad essere reale – visto che quello dei riders rimane ancora un settore pieno di rischi e incertezze per i lavoratori che spesso utilizzano questo mestiere per, come si suole dire “arrotondare” – è anche strettamente politico. Infatti la Cgil, insieme al Pd, non ha ancora proferito parola dopo i vili attacchi degli ultimi mesi alle sedi dell’Ugl da parte della sinistra antagonista, dopo aver anch’essa etichettato il contratto Ugl ”una vergogna”.

Riccardo Natale

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1 commento

Fabio Crociato 31 Marzo 2021 - 9:09

Più tutele meno stipendio netto, purtroppo è sempre stato così. Secondo il mio piccolo parere, considerando il tipo di lavoro, lascerei a questi fattorini più libertà di scelta possibile. Oggi con questo mestiere di doman c’è poca certezza…, incassa fin che puoi e fatti voler bene.

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