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Sale l’ IVA al 22%, era già scritto

by La Redazione
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Sale l’IVA al 22% ma nessuno si assume la responsabilità.

Irpef-giu-e-Iva-su-e-a-rimetterci-sono-i-consumatori_h_partbI ministri Pdl si dimettono, aumenta l’Iva e inizia la guerra di dichiarazioni tra Pdl, Pd e il premier Enrico Letta. Un continuo ed estenuante scaricabarile circa le responsabilità. Da un lato Berlusconi che accusa il Governo di non riuscire a trovare soluzioni che non gravino sugli italiani, dall’altro il Pd che accusa il cavaliere di aver “provocato la crisi e reso impossibile continuare”, accusandolo di aver preso una “scelta irresponsabile”.

Intanto l’aliquota Iva sale dal 21 al 22 per cento, con le conseguenti ricadute economiche che questo aumento avrà sui consumatori e sulle famiglie, incidendo su diesel e benzina, sigarette, abbigliamento e calzature, mobili, articoli per la casa e l’igiene, alcolici e bevande, solo per citarne alcuni. Si temono rincari a catena per l’aumento dei costi di trasporto su gomma, che interessa circa l’86% dei beni di consumo italiani.

Le associazioni di categoria – Confcommercio, Codacons, Federconsumatori – stimano in oltre 200 euro i rincari derivanti dall’aumento di un punto percentuale dell’Iva. Infatti “i rincari non si limiteranno all’1% in più sulla maggior parte dei beni di largo consumo, ma si rifletteranno inevitabilmente anche sui costi di trasporto e di produzione, visto che anche per l’energia, per esempio, bisognerà sborsare di più. Ricadendo, quindi, a cascata nuovamente su molti prodotti acquistati dalle famiglie che registreranno aumenti anche del 3-4%.”

Tale aumento dell’IVA è uno dei provvedimenti volti a recuperare le risorse finanziarie necessarie a rientrare nel 3% del rapporto Deficit / PIL stabilito dalla UE. Un provvedimento che sembra apparire molto ambiguo nell’ottica di ripresa economico-finanziaria del nostro paese, in quanto è ben noto che l’aumento della tassazione non facilita affatto la crescita dei consumi, che possono ripartire solo aumentando la capacità di spesa degli italiani e non continuando ad applicare politiche di “rigore”. Queste misure infatti, tanto acclamate dall’authority europea, vanno esattamente in direzione opposta, “stringendo ancora di più il cappio” per le famiglie e per i commercianti.

Patrizio Pallicca

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