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Salvabanche: il vero assente è lo Stato

by Filippo Burla
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Mancata vigilanza, irresponsabilità, truffe: lo Stato avrebbe dovuto nazionalizzare Etruria e le altre, invece con il salvabanche ha solo fatto un pastrocchio.

Roma, 10 dic – Il pastrocchio che sta venendo fuori riguardo ai casi di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti – tutte coinvolte all’interno del cosiddetto decreto “salvabanche” redatto da Banca d’Italia ed adottato dal governo, mostra tutti i guai e le difficoltà di un sistema pienamente liberalizzato ma che, nonostante la magnifiche sorti e progressive dell’avvento del libero mercato, non sembra funzionare granché.

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Primo tratto distintivo dell’incapacità con la quale la crisi dei quattro istituti è stata affrontata è il più classico dei classici: chi doveva controllare non l’ha fatto. E non stiamo parlando del piccolo comune, della semisconosciuta autorità indipendente, ma della Banca d’Italia. La quale, presa da evidente spirito caritatevole, una volta che i proverbiali buoi son già scappati, osserva, per bocca dell’organismo di vigilanza, che forse sarebbe da prendere “in seria considerazione la possibilità di vietare il collocamento delle passività più rischiose presso la clientela al dettaglio”. Ben arrivati.

Proprio sul collocamento dei titoli si apre il secondo fronte. E’ vero che le obbligazioni sono strumenti discretamente tutelati, ma è altrettanto vero che le tipologie “azzerate” erano obbligazioni subordinate, quindi ben esposte al rischio. Ed ‘ anche vero che nei contratti tutto ciò sta scritto, al che sarebbe comodo additare la perdita dei risparmi ad una generica mancanza di cultura finanziaria in un paese che si dipinge come arretrato per sindrome da autorazzismo. Peccato che, in molti casi, la vendita delle obbligazioni  sia stata contestuale all’apertura di un mutuo o alla concessione di un prestito: senza acquisto, niente credito. Al che qualsiasi discorso sulla cultura, sull’informativa, sulla capacità di leggere i contratti, diventa superfluo.

Non poteva poi mancare il sempre presente rimpallo delle responsabilità. C’è chi accusa Banca d’Italia, la quale a sua volta respinge, rimandando il tutto all’Unione Europea. Da via Nazionale erano pronti ad utilizzare gli strumenti esistenti sul mercato italiano, ma Bruxelles avrebbe impedito il tutto. La Commissione non ci sta e replica: “La decisione di far scattare la risoluzione delle quattro banche usando il Fondo nazionale di risoluzione è stata presa dalle autorità italiane”. La colpa, insomma, è morta vergine perché non la voleva nessuno.

In ultimo, ma non per ultimo, lo Stato. O meglio: la sua totale assenza. La vicenda è stata sì affrontata dal governo, ma il decreto salvabanche è stato fatto solo su impulso di Banca d’Italia. Al più, il ministro Padoan ha ventilato l’ipotesi di una specie di contributo “umanitario”, ma solo per chi si trova in stato di indigenza a seguito del colpo di mano da parte dell’esecutivo. Si dimentica, il titolare di via XX Settembre, che i risparmiatori non hanno bisogno di beneficenza, ma di prevenire che truffe simili possano ripetersi. Da quando la crisi è cominciata, l’Italia è stato fra i paesi europei che hanno speso meno in contributi di aiuto agli istituti di credito: solo un miliardo secondo le statistiche ufficiali (che escludono Tremonti e Monti bond, i quali sono comunque prestiti e non aiuti in senso stretto), rispetto ad esempio ai quasi 240 della Germania. Di spazio per intervenire ce ne sarebbe (stato) quindi a sufficienza. Anche con misure drastiche e ultimamente non proprio “di moda”. Ma se, per esempio, nella più che liberale Gran Bretagna si sono spinti alla nazionalizzazione di un colosso come Royal Bank of Scotland – fra il 2008 e il 2009 la quota pubblica è passata prima al 57.9% e poi addirittura all’84% – non si capisce perché, invece del pasticcio del salvabanche, lo stesso schema non potesse essere replicabile anche per dei pesi piuma come Etruria e le altre.

Filippo Burla

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1 commento

Massimo 10 Dicembre 2015 - 9:29

Banche private sovrane altro che stato sovrano
La democrazia dicono …..ci hanno importato
Questo è l inizio come da programma prima la Grecia poi l ‘ Italia
Grazie a chi prima non ha fatto un euro serio e poi al tradimento finale Lisbona 2008 …..ma tutto ha inizio tanto è tanto tempo fa’….
Gli anti italiani saranno contenti ..!!! ???….io no come pochi Italiani rimasti ….spero da pochi si diventi tanti

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