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Stop alle auto a motore termico: poco (o nessun) beneficio per l’ambiente, tanta disoccupazione

by Filippo Burla
4 comments
motore termico

Roma, 12 dic – Il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite) ha deciso: entro il 2035 dovrà terminare la produzione di automobili a motore termico. Cinque anni di grazia per il comparto dei veicoli commerciali: dopo il 2040 anch’essi dovranno essere realizzati nel rispetto del nuovo mantra “verde”. Parola di Stefano Cingolani, Enrico Giovannini e Giancarlo Giorgetti, i tre ministri partecipanti del Cite, i quali giustificano la scelta come “in linea con la maggior parte dei Paesi avanzati”. Sulla decisione del Comitato dovrà, in futuro, esprimersi il parlamento. Nel frattempo possiamo fare almeno due considerazioni, sia dal lato ambientale che, soprattutto, da quello economico.

Quante emissioni?

Iniziamo dal primo, partendo dal presupposto che l’Unione Europea è il contesto in assoluto più virtuoso a livello mondiale. Negli ultimi trent’anni le nostre emissioni sono calate di oltre il 20%, mentre ovunque nel globo – senza soluzione di continuità, dagli Usa alla Cina passando per l’India – crescevano, spesso (si veda l’Asia) a dismisura. Un primato, quello del vecchio continente, tuttavia di poca o nulla utilità per il semplice motivo che i fattori inquinanti non conoscono confini.

Al di là di questo ed entrando più nel dettaglio, il settore dei trasporti contribuisce per il 20% circa. Al suo interno, poi, automobili private e veicoli commerciali incidono per meno dell’80%. Insomma, le vetture a motore termico sono responsabili grossomodo del 15% del totale delle emissioni. Non una goccia nell’oceano, certo, ma comunque un terzo di quelle prodotte insieme da industria e produzione di energia. Il tutto, lo ripetiamo, all’interno di un contesto già estremamente attento all’ambiente.

Con lo stop alle auto a motore termico 275mila posti di lavoro a rischio

Perché allora spingersi ancora oltre? La logica sottesa alla rivoluzione verde su cui punta Bruxelles è quella di porsi alla guida delle dinamiche di transizione energetica. Diventando, insomma, il primo competitor mondiale del settore. A che prezzo, però? Lo abbiamo già sperimentato sulle bollette, lo sperimenteremo ancora nel settore auto, dove il futuro pensato dalla Commissione Ue ci parla di elettrificazione al 100%.

I termini della questione sono abbastanza semplici e si riassumono in pochi numeri. Una vettura a motore elettrico ha bisogno, in fase di assemblaggio, di circa un quarto della manodopera e di più o meno un quinto dei componenti. Tradotto brutalmente: secondo una recente ricerca commissionata da Clepa, l’associazione che riunisce a livello comunitario le realtà della filiera, da qui al 2040 verrebbero letteralmente vaporizzati 275mila posti di lavoro. Molti dei quali, neanche a dirlo, in Italia, dove dopo il colpo di mano di Peugeot siamo rimasti senza la nostra più grande realtà del comparto.

Filippo Burla

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4 comments

fabio crociato 12 Dicembre 2021 - 1:36

Alla Renault-Dacia oggi se ne fregano !

Reply
Sergio Pacillo 12 Dicembre 2021 - 7:09

Andiamo con l’idrogeno.
Si ma l’idrogeno per bruciare consuma ossigeno.
Ma ce ne è tanto !
Invece d anidride carbonica ce ne è tanta poca.
E già, ma l’effetto serra te lo sei dimenticato ?
Perché l’acqua della combustione dell’idrogeno non è un componente dell’effetto serra.
Per davvero ?
Il vapore acqueo nell’ambiente è il primo responsabile dell’effetto serra. Per circa il 60 %.
Questo è un circolo vizioso.
Non ce ne usciamo più !.

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Addio alle auto a motore termico: tanti licenziamenti per pochi benefici 14 Dicembre 2021 - 12:00

[…] riporta Il primato nazionale, il settore dei trasporti contribuisce per il 20% circa all’inquinamento ambientale. Al suo […]

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Prof. Massimo Sconvolto 19 Dicembre 2021 - 11:26

Tentano solo di costringere gente a comprare cose inutili, e i dati di vendita di auto nuove lo confermano
https://images.plurk.com/61NYJnU0ocppXbpOXRYEg.png

perché un’auto a combustione regolarmente manutenuta dura decenni.

Con l’auto elettrica invece rendendo anti economica la sostituzione della batteria si assicurano la vendita di una nuova macchina ogni dieci anni anche se prima che li sputt…ssi avevano programmato di farla cambiare ogni otto anni 😀

Peccato che sia solo un’eco bufala visto che estrarre i materiali inquina, produrre l’auto inquina e smaltire l’auto inquina addirittura più di un’auto a combustione proprio a causa della batteria che pesa e contiene tossico Litio (Tesla ad esempio tra i 600 e 700kg).
https://massimosconvolto.wordpress.com/2019/02/16/eco-bufale/

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