Savona, 16 set – La notizia è ormai ufficiale, la Mubadala Development Company ha acquistato il restante 1.95% della Piaggio Aerospace acquisendone il controllo completo.
“Questa decisione testimonia il forte impegno di Mubadala in Piaggio Aerospace e la sua fiducia nelle nostre nuove tecnologie, nei nostri programmi e nei nostri prodotti, che sono visti dall’azionista come strategici e promettenti” ha commentato Carlo Logli, amministratore delegato dell’azienda.
Ma i dubbi non mancano: si vocifera infatti che, dopo l’ingresso del fondo di Abu Dhabi, Piero Ferrari, che fece decollare la ditta con l’ormai famoso P180, abbia dovuto “inevitabilmente” effettuare il passaggio di consegne. Ambienti vicini alla ditta ipotizzano addirittura che la scalata di Piaggio sia il frutto del sempre più roseo rapporto tra gli azionisti di Mubadala ed il Governo. E’ bene ricordare infatti che fu lo stesso Luca Cordero di Montezemolo, in stretti rapporti con Piero Ferrari e con Abu Dhabi a favorire l’arrivo degli Arabi. Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, lo sceicco presidente di Mubadala, ha incontrato due volte Renzi a Roma.
Al momento ovviamente nulla è confermato, certo che le recenti acquisizioni arabe come Alitalia ed Unicredit sembrano avvalorare tale ipotesi.
Intanto, mentre a Villanova d’Albenga si chiude un pezzo di storia, la conquista araba al nostro patrimonio industriale continua e non pare volersi fermare. Con l’acquisizione di Piaggio Aerospace, si sono infatti aggiudicati il controllo del drone P.1HH Hammerhead, destinato al mercato militare, di cui l’Aeronautica Militare italiana ha già ordinato tre velivoli e potenziale concorrente del MALE 2020 di Finmeccanica.
Tempi bui per il nostro Paese dunque dato che il nostro Governo non solo resta a guardare, ma sembra anche complice della svendita del nostro patrimonio industriale.
Cesare Dragandana
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