La fusione non sarà, peraltro, di esclusiva natura finanziaria. Luxottica è specializzata infatti nella realizzazione di montature, mentre Essilor primeggia nel campo delle lenti: l’integrazione funzionale è evidente. Dal punto di vista dei numeri, l’operazione si concretizza del conferimento delle azioni della società italiana in quella d’oltralpe, con conseguente attribuzione delle quote di quest’ultima a Del Vecchio e holding di famiglia, la Delfin. Al termine dello scambio, quando verrà lanciata anche l’Opa sul resto del capitale al fine del delisting a Piazza Affari per restare solo sul mercato di Parigi, l’azionista di riferimento sarà proprio Delfin, con una quota superiore al 30%, maggioranza relativa tale da bloccare qualsiasi tentativo di scalata ostile – ammesso che qualcuno abbia la forza di tentarla, dato che le dimensioni della nuova realtà superano di quasi 12 volte quelle del concorrente più diretto.
“Con questa operazione si concretizza il mio sogno di dare vita ad un campione nel settore dell’ottica totalmente integrato ed eccellente in ogni sua parte. Sapevamo da tempo che questa era la soluzione giusta ma solo ora sono maturate le condizioni che l’hanno resa possibile”, commenta Leonardo Del Vecchio che dal 1961, quando fondò ad Agordo (in provincia di Belluno, dove si trova ancora uno dei principali stabilimenti) la Luxottica, non ha fatto altro che procedere in continuazione, senza fretta ma senza tregua, verso una costante crescita per il proprio gruppo. Fino a farlo giungere, sia pure con una fusione transfrontaliera, sul tetto inarrivabile del mondo.
Filippo Burla
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