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Vaccino in azienda, firmato accordo governo-parti sociali. Ecco come funziona

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 7 apr – Vaccino in azienda per i lavoratori che volessero farlo: c’è l’accordo tra governo, imprese e sindacati. Sì anche all’aggiornamento del Protocollo per la sicurezza ed il contrasto al Covid-19. L’ok è arrivato al termine di un confronto durato oltre sette ore tra il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il ministro della Salute Roberto Speranza, i leader delle associazioni datoriali (da Confindustria a Confcommercio) e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Vaccino in azienda, firmato accordo governo-imprese-sindacati

Nell’accordo (qui il testo completo) si specifica che il canale della vaccinazione sul posto di lavoro sarà parallelo alla rete ordinaria e non una procedura alternativa. Costituirà infatti, si legge nel protocollo, un’attività di sanità pubblica nell’ambito del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-Covid-19 predisposto dal commissario straordinario Figliuolo. Inoltre non prevede alcun obbligo per il lavoratore: l’adesione sarà volontaria, sia da parte dei datori di lavoro che dei dipendenti. Tutte le aziende potranno candidarsi liberamente. Non è previsto alcun requisito minimo sulle dimensioni e la vaccinazione sarà offerta a tutti i lavoratori, “a prescindere dalla tipologia contrattuale”.

Esclusa responsabilità penale degli operatori sanitari

Il protocollo prevede che se la vaccinazione verrà eseguita in orario di lavoro il tempo necessario “sarà equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro”. E’ inoltre espressamente esclusa la responsabilità penale degli operatori sanitari per eventuali eventi avversi in caso di uso conforme del vaccino. Altra precisazione, i costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, inclusi quelli per la somministrazione del vaccino, “sono interamente a carico del datore di lavoro”.

Vaccini e siringhe a carico dello Stato

Sono ovviamente a carico dello Stato la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione, ossia le siringhe. A tal proposito le imprese devono presentare un piano alle Asl con il numero di dosi richieste dai lavoratori. Messi a disposizione anche i programmi formativi previsti e gli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite. Il protocollo assicura la vaccinazione anche a quei lavoratori le cui aziende non sono tenute alla nomina del medico competente oppure non possano fare ricorso a strutture sanitarie private. Infatti questi lavoratori possono avvalersi gratuitamente “delle strutture sanitarie dell’Inail”. Sì perché trattandosi della campagna vaccinale nazionale gli oneri restano a carico dell’ente.

Firmato anche il protocollo di sicurezza anti-contagio

Firmato anche il protocollo di sicurezza anti-contagio a cui devono sottoporsi datori di lavoro e lavoratori. Accordo che reintroduce la regola per cui la mancata attuazione del protocollo “determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza”. In particolare, si legge nel testo, “i lavoratori positivi oltre il 21esimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario”. Mentre per le trasferte il datore di lavoro deve tenere presente “il contesto associato alle diverse tipologie di trasferta/viaggio previste, anche in riferimento all’andamento epidemiologico delle sedi di destinazione”.

Imprese sollecitate a garantire il massimo utilizzo del lavoro da casa

Anche l’utilizzo del lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati entra a pieno titolo nell’aggiornamento del protocollo. Il testo sollecita le imprese a garantire il massimo utilizzo di questa nuova forma di lavoro per quelle attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza, nonché per quelle non sospese.

Il ministro del Lavoro Orlando difende gli accordi raggiunti, pur ammettendo che sono “perfettibili”. Le imprese sottolineano che non è stato facile arrivare a “questa firma condivisa”. Confapi dal canto suo sottolinea che “in questo momento così difficile per la nostra economia, l’Italia non può permettersi fratture tra le parti sociali. E’ necessario capire che l’avversario da combattere sono il Covid e le sue varianti. E l’accordo va propria in questa direzione”.

Cgil, Cisl e Uil plaudono all’intesa raggiunta

Sul fronte dei sindacati, infine, prosegue la luna di miele con il governo Draghi. Il leader della Cgil Maurizio Landini parla di “intesa importante“, “in coerenza e nel rispetto delle priorità definite nel piano strategico nazionale di vaccinazione”. “Due protocolli che confermano la centralità del valore della protezione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nel Paese e che con il contributo dell’Inail, dimostrano l’importanza di un lavoro condiviso per combattere e sconfiggere il virus”, conclude Landini. “E’ un segnale di grande responsabilità“, sottolinea il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. “Con la firma di questi accordi abbiamo ottenuto un grande risultato: la sicurezza prima di tutto“, fa presente il leader Uil Pierpaolo Bombardieri.

Adolfo Spezzaferro

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