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Xylella: così l’Ue mette in ginocchio l’agricoltura salentina

by Francesco Pezzuto
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Oria4Bruxelles, 29 apr – L’Unione europea sposta l’asse della vertenza Xylella, esporta l’attuazione delle misure preventive oltre la provincia di Lecce e individua nei territori di Taranto e Brindisi la nuova frontiera per fermare l’avanzata del batterio. La decisione è giunta nel tardo pomeriggio di ieri a conclusione del lungo vertice del Comitato permanente per la salute delle piante. Nel comunicato ufficiale diffuso dal Paff non sono esplicate tutte le misure da adottare, soprattutto fra quelle inerenti l’utilizzo dei pesticidi al fine di ridurre la popolazione degli insetti vettori, ma si possono individuare quattro punti focali che porteranno al varo di un nuovo piano d’intervento.

L’eradicazione delle piante interesserà i focolai delle province di Brindisi e Taranto e comporterà un inasprimento delle misure finora adottate: saranno eliminati gli alberi infetti e tutte le specie arboree presenti nel raggio di cento metri. Con un calcolo approssimativo, basato sulle caratteristiche di impianto tradizionali, l’individuazione di un ulivo attaccato dalla Xylella comporterà l’abbattimento di oltre 250 piante. La provincia di Lecce è, di fatto, considerata zona ormai infetta e destinata a convivere con il batterio. Nel basso Salento non saranno eradicate piante e la competenza riguardo ai provvedimenti da eseguire passerà dall’Ue al governo italiano.

Gli ultimi due provvedimenti interesseranno le piante non a dimora, e anche in questo caso le misure saranno drastiche. Verrà imposto il divieto assoluto di impianto di tutte le specie potenzialmente ospiti di Xylella fastidiosa, e proseguirà il blocco totale alla commercializzazione delle stesse specie. Nell’elenco compare anche la vite, sebbene il ceppo del batterio isolato in Puglia finora non abbia attaccato alcun vigneto. Una decisione, questa, che sposa le logiche degli embarghi attuati da Algeria e Francia e che comporterà la chiusura di centinaia di vivai salentini, con una ricaduta notevole sull’economia del territorio e in ambito occupazionale.

Agricoltori difendono un ulivo a rischio eradicazione a Veglie (Le). Foto Il Primato Nazionale

Agricoltori difendono un ulivo a rischio eradicazione a Veglie (Le). Foto Il Primato Nazionale

In attesa di ulteriori chiarimenti e di una documentazione scientifica adeguata a motivare interventi così radicali, da una prima interpretazione del testo redatto appare chiara la volontà dell’Ue di procedere nel cammino intrapreso. Lo spostamento della fascia d’intervento dalla provincia di Lecce a quelle di Brindisi e Taranto ha una valenza politica più che scientifica. La mossa aggira, per competenze territoriali, l’indagine della procura di Lecce avviata dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, i ricorsi al Tar del Lazio presentati da 26 aziende agricole biologiche e da aziende vivaistiche salentine e, infine, una mobilitazione popolare spontanea ma ben organizzata, con presidi permanenti nelle località individuate come focolai, che hanno impedito l’eradicazione degli alberi considerati infetti.

Francesco Pezzuto

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