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Italia crocevia del terrorismo: tutti i jihadisti passano da casa nostra

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Ferrara, 9 ott – Con l’arresto a Ferrara del fratello di killer di Marsiglia, avvenuto a Ferrara, l’Italia sembra essere ogni giorno di più un crocevia di jihadisti. Non solo l’uomo è accusato di complicità dell’accoltellamento delle due cugine alla stazione di Marsiglia, al grido Allah Akbar, ma si è scoperto che il 25enne Anis Hannachi, fratello dell’accoltellatore, ha avuto un passato da foreign fighter in Siria. Nell’ottobre del 2014, inoltre, venne respinto dall’Italia e rimandato in Tunisia in quanto irregolare.

Il caso dei fratelli Hannachi è solo l’ultimo di un lungo elenco di jihadisti che hanno vissuto, o sono passati dall’Italia. Tutti ricordiamo Anis Amri, il killer di Berlino, che uccise 12 persone piombando con un tir sulla folla per i mercatini di Natale. Venne ucciso a Sesto San Giovanni dopo un conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni. Era tornato in Italia dopo la strage, per trovare rifugio, avendo qui una buona rete di conoscenze che risalivano ai tempi del suo arrivo a Lampedusa su uno dei tanti barconi carichi di profughi. Sia per Anis Amri, sia per i fratelli Hannachi, tutto ruotava attorno alla città di Aprilia, nel Lazio, dove si sospetta sia attiva una potente cellula jihadista.

Anche Salah Abdeslam è passato varie volte per il nostro Paese: partendo dal porto di Bari dove il 1 agosto del 2015 si è imbarcato su un traghetto diretto in Grecia, da qui poi avrebbe raggiunto la Siria attraverso la Turchia. Qualche giorno dopo, il 5, è ancora sulla banchina pugliese di ritorno da Patrasso. Il 6, invece, è segnalato in provincia di Padova durante un normale controllo stradale. Durante un’audizione alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera, il Procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo, Franco Roberti, rivelò che “dopo gli attentati di Parigi abbiamo ricostruito, seguendo i money transfer, una rete che, partendo da uno degli attentatori di Parigi, è finita in Italia. Ci sono indagini in corso”. Secondo Roberti, «i flussi sono partiti dall’attentatore e sono finiti ad un tizio che stava qui in Italia. Poi da questo tizio sono partiti altri trasferimenti attraverso money transfer verso altri soggetti che stanno in Italia e all’estero”.

Ma dall’Italia è passato anche il terrorista di Charleroi. Khaled Babouri ha colpito nell’aeroporto belga il 6 agosto di un anno fa, attaccando due poliziotte con un machete. Anche lui arrivò in Italia su un barcone, in Sardegna, dopo aver percorso la rotta Algeria – Sulcis.

E nei giorni scorsi è stato arrestato a Roma un altro sospetto, Bachir Hadjadj, che si pensa abbia aderito a gruppi terroristici di matrice islamica. Lo hanno fermato dopo che un militare di solito in servizio nelle strade attorno alla Stazione Termini. Sul suo conto il 4 ottobre era stata diffusa una nota di allerta da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale di Polizia Criminale. Anche Hadjadi, di nazionalità algerina, era arrivato a Roma da circa una settimana dopo aver raggiunto Civitavecchia in traghetto da Cagliari dove era giunto tra il 24 e il 25 settembre con un barcone dall’Algeria.

In totale sono oltre 70 gli espulsi dall’Italia dall’inizio dell’anno, 214 da inizio 2015.

Anna Pedri

 

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