Praticamente c’è tutto il Berlusconi che conosciamo, nel bene e nel male: il viveur e l’incontinente verbale, il battutista senza freni ma anche il politico ricattabile, che si fa incastrare dall’ultima arrivata con una telecamera nascosta. Il che, a ben vedere, rappresenta l’unico vero problema politico della faccenda, che non sta certo nelle obiezioni virtuiste e bacchettone della sinistra, ma proprio in questo suo continuo esporsi agli attacchi, ai taglieggiamenti, alle prepotenze di personaggi improbabili. Ma questa è storia vecchia.
È però significativo il fatto che tali indiscrezioni escano fuori quando, in America, Donald Trump è stato messo all’angolo da fuori onda certo sgradevoli, ma tutto sommato innocui, delle sbruffonate da maschio alfa, ma che sono bastate a renderlo un paria. Un’ondata moralistica, alimentata soprattutto dai repubblicani stessi, francamente insopportabile. Soprattutto quando dall’altra parte c’è un personaggio diabolico come Hillary Clinton, che ha scheletri nell’armadio ben più grandi e che, peraltro, non ha molte frecce nel suo arco anche in termini di vita familiare irreprensibile. In questa cappa di bigottismo, alimentato anche dai media nostrani che, pure, dovrebbero essere estranei al puritanesimo ipocrita statunitense, risultano quasi benvenute le parole in libertà di Berlusconi, che peraltro non hanno suscitato grosso scandalo, pur essendo più “politicamente scorrette” di quelle di Trump. In questo contesto neo-bacchettone, Berlusconi sembra un satiro dionisiaco che ci ricorda la leggerezza della vita. Che debba limitarsi a far questo e lasciar stare la politica, è decisamente un’altra storia.
Adriano Scianca
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