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Libia nel caos, proseguono i combattimenti. Annullata conferenza Onu

by Ludovica Colli
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Tripoli, 10 apr – Libia sempre più nel caos, con i combattimenti tra le truppe del generale Khalifa Haftar, che vorrebbe prendere Tripoli, e quelle del governo di Accordo nazionale del premier Fayez al Serraj, a pochi chilometri della capitale. Sono migliaia gli sfollati, mentre l’inviato dell’Onu, Ghassan Salamé, ha cancellato la conferenza di riconciliazione nazionale che doveva tenersi a Ghadames, al confine con la Tunisia, dal 14 al 16 aprile, a causa della guerra civile.

Proseguono i combattimenti

Le forze armate guidate da Haftar hanno annunciato di aver preso il controllo del campo della Quarta Brigata ad Aziziya. Lo riferisce al Wasat. “Dopo una dura battaglia e pesanti scontri nell’area attorno al campo della Quarta Brigata, le forze armate hanno preso il controllo del campo”, ha reso noto la divisione comunicazione dei militari in un comunicato. Nell’operazione sono stati “confiscati diversi veicoli” e il “meccanismo” fonte “di bombardamenti indiscriminati”. Inoltre sono stati arrestati “membri delle milizie armate terroriste”. Intanto il Libya Observer pubblica alcune foto sul suo profilo Twitter che mostrano dei ragazzini con divise militari. Si legge nel post: “Questi minorenni sono stati arrestati mentre combattevano al fianco del signore della guerra Khalifa Haftar nella sua offensiva su Tripoli. Secondo fonti militari Haftar aveva promesso una paga di 4.000 dinari (circa 2.500 euro) per ciascuno dei minori che si fosse unito alla lotta“.

Onu: “Sono almeno 4.500 gli sfollati”

Hanno raggiunto quota 4.500 gli sfollati, che hanno abbandonato la capitale e i suoi dintorni. Lo rende noto l’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, precisando che 1.675 persone sono state costrette a lasciare le loro case nelle ultime 24 ore. L’Ocha sottolinea poi che a Tripoli vivono più di 500 mila bambini, che ora potrebbero essere coinvolti negli scontri, mentre decine di migliaia di altri sono potenzialmente a rischio in altre zone della Libia. L’ufficio Onu ha quindi espresso preoccupazione per i civili intrappolati nelle zone vicine a quelle dove si combatte e che sono impossibilitati a fuggire.

Torna in azione l’Isis, che approfitta del caos

A Fuqaha, 660 chilometri a Sud-est di Tripoli, circa una quindicina di mezzi con uomini armati che sventolavano le bandiere nere dell’Isis hanno preso il controllo del centro abitato per diverse ore. Il sindaco è stato ucciso nella sua abitazione e la sede della guardia comunale espugnata. Alte due persone sono rimaste uccise e diverse rapite. L’azione dimostrativa, rivendicata dall’Isis, “è una vendetta per le sconfitte subite in Siria. Il villaggio si trova nel distretto di Jufra, sotto il controllo delle truppe di Haftar, e lungo la linea di rifornimento per l’autoproclamato Esercito nazionale libico, lontano dalla roccaforte della Cirenaica. I rifornimenti peraltro vengono colpiti dagli aerei governativi che decollano da Misurata.

Chi c’è dietro Haftar?

Il premier al Serraj ha chiesto alla procura militare di emettere dei mandati di cattura contro Haftar e i suoi generali accusandoli di “crimini di guerra”. Serraj ha parlato al telefono con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ringraziando l’Italia per il sostegno. Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto conversazioni telefoniche con il capo del governo libico, il segretario delle Nazioni Unite e soprattutto con il generale Haftar. L’uomo forte della Cirenaica è sempre stato appoggiato da Jean-Yves Le Drian, oggi ministro degli Esteri di Parigi, fin da quando era responsabile della Difesa con la presidenza di Francois Hollande. Ma a quanto pare, al “maresciallo” i soldi di Emirati Arabi e sauditi non gli sono bastati per comprarsi le milizie di Tripoli. Con il rischio di avere la peggio nei combattimenti, oltre che di restare isolato politicamente. “Noi sappiamo chi lo ha approvato in Europa o altrove. A qualche nazione del Golfo non piace una Libia stabilizzata, uno stato produttore petrolifero che ritrova forza e stabilità. Metteremo la comunità internazionale per davvero davanti ai fatti compiuti. Haftar è un fuorilegge che ha violato gli accordi con il mondo, ha pugnalato alle spalle l’Onu“, è l’accusa del ministro dell’Interno Fathi Bishaga, intervistato da Repubblica.

Le accuse del Qatar

Il vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al Thani, ha condannato l’attacco di Haftar e i Paesi che lo stanno sostenendo, violando il diritto internazionale. ”Alcuni Paesi si comportano in modo doppio, il che è sorprendente, dati anche i continui sforzi del governo di Accordo nazionale riconosciuto dalla comunità internazionale in accordo con le  risoluzioni del Consiglio di sicurezza”, ha detto il ministro, che ha chiesto alla comunità internazionale di adottare una posizione ferma  rispetto alle violazioni del diritto internazionale in Libia e altrove nella regione.

Ludovica Colli

 

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2 comments

Cesare 10 Aprile 2019 - 2:01

L’ Onu sembra si preoccupi.Eppure fu una sua risoluzione del Consiglio di Sicurezza nel 2011 che aveva istituito una zona d’interdizione al volo sul Paese nordafricano che diede il pretesto ai paesi occidentali di bombardare la Libia.E l’Italia stessa bombardo’ contro i suoi stessi enormi interessi nel pèaese e contro la costituzione che ripudia la guerra con il supporto attivo di Napolitano.
Per fare tutto questo processo i poteri occulti si inventarono’ che Gheddafi aveva da poco ucciso e a volte fatto violentare 15 mila persone.La cosa si rivelo’ del tutto falsa; era stata riferita senza il supporto di prove all’ accusatore all’ONU dalla cosidetta “opposizione libica” creata appositamente.
L’ONU ,prima chiamata “Società delle Nazioni”, fu stabilita (rif;”Storia illustrata della grande guerra-R. Mandell) dai paesi dominanti con l’obiettivo di ” controllare gli armamenti”.Cio’ voleva significare un congelamento della situazione di allora; chi ne aveva di piu’ teneva quel vantaggio!!Non sembra essere riuscita a fermare molte delle “esportazioni di democrazia” in paesi non allineati che hanno sofferto complessivamente milioni di morti.
In Siria, paese multiconfessionale dove vivono insieme cristiani e musulmani vi è stato l’appoggio di parte dell’ occidente, Arabia saudita e Israele a gruppi di tagliagole di decine di migliaia di cristiani e musulmani ed oggi la Siria che è stata quasi distrutta viene sanzionata e non puo’ importare nemmeno medicinali!!Nemmeno in questo caso l’ONU è riuscita a fermare tale strage ne’ posto gli aggressori di fronte alle loro responsabilità.

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