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La “non Brexit” favorisce i sovranisti, dati sopra al 25% alle Europee

by Adolfo Spezzaferro
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Bruxelles, 18 apr – Effetto Brexit, anzi, non Brexit – a dire il vero –  sulle Europee. Sì, perché la partecipazione del Regno Unito alle elezioni del 26 maggio sposta gli equilibri interni dell’Europarlamento a favore dei tre gruppi – diciamo – euroscettici, mentre la grande coalizione tra Partito popolare europeo (Ppe) e Socialisti&Democratici (S&D) sembra destinata a perdere il 10% dei seggi rispetto all’attuale composizione. A rivelarlo le ultime proiezioni pubblicate oggi dal Parlamento europeo sulla sua composizione dopo il 26 maggio, sulla base dell’elaborazione di una serie di sondaggi nazionali.

Le proiezioni sull’assetto del nuovo Europarlamento

Sui 751 seggi del Parlamento Ue, il Ppe dovrebbe ottenere 180 deputati (37 in meno rispetto ai 217 attuali). I S&D registrano 149 seggi (37 in meno rispetto ai 186 attuali), nonostante un lieve recupero dato dalla partecipazione alle elezioni del Labour britannico. Pertanto, con l’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa (Alde), una maggioranza di partiti europeisti dovrebbe essere garantita. L’Alde ottiene 76 seggi contro i 68 attuali, a cui potrebbero aggiungersi 21 eletti nel partito La Republique En Marche del presidente francese Emmanuel Macron. Pertanto, insieme Ppe, S&D e Alde dovrebbero ottenere il 54% dei seggi (oltre il 56% con En Marche).

La non Brexit favorisce i sovranisti

A ben vedere, il rinvio della Brexit favorisce soprattutto i tre gruppi della destra euroscettica e sovranista, che insieme guadagnerebbero almeno il 2,5% dei seggi. Se si tiene conto dei seggi che non sono stati ancora attribuiti ai gruppi, i deputati euroscettici potrebbero superare il 25%. Nel dettaglio, il rinvio dell’uscita del Regno Unito dalla Ue permette di limitare significativamente i danni al gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr a cui appartiene Fratelli d’Italia), di cui i Tory britannici sono uno dei due assi portanti insieme al partito polacco Dirittto e Giustizia (PiS). L’Ecr dovrebbe passare da 76 a 66 seggi rispetto alla composizione attuale dell’Europarlamento, ma recupera l’1,3% (dal 7,5% al 8,8%) nel confronto tra la proiezione di oggi e quella pubblicata a fine marzo che non teneva conto della Gran Bretagna perché dava per scontata la Brexit. L’Europa della libertà e della democrazia diretta (Efdd a cui appartiene anche il M5S) dovrebbe passare da 41 a 45 seggi, in particolare grazie a 14 eletti del nuovo Brexit Party di Nigel Farage. Rispetto alla proiezione di marzo il gruppo Efdd passa dal 4,3% al 6%. Il gruppo Europa delle nazioni e delle libertà (Efn a cui appartengono Lega, Rassemblement National della Le Pen e Alternative für Deutschland) dovrebbe ottenere 62 seggi, 25 in più rispetto a quanti ne ha attualmente, con cinque eletti dell’Ukip britannico. Il gruppo Efn è sostanzialmente stabile rispetto all’ultima proiezione – che già registrava la crescita – , con un lieve calo (dal 8,7% al 8,3%) dovuto alla ridistribuzione dei seggi a favore del Regno Unito.

Su base mensile, il Ppe perde tre punti

Sulla base del confronto tra la proiezione di marzo e quella di aprile, si accentua la caduta di popolari e socialisti. Il Ppe subisce un calo di quasi tre punti (dal 26,7% al 24%), mentre i S&D perdono lo 0,3% (dal 20,1% al 19,8%). Rimane invece stabile l’ALDE (dal 10,2% al 10,1%), mentre recuperano i Verdi (dal 7,2% al 7,6%). Il gruppo di estrema sinistra Gue registra un calo di quasi un punto (dal 7% al 6,1%). La proiezione dell’Europarlamento include 62 eletti (l’8,3% del totale) che sono stati attribuiti come “altri” perché i loro partiti nazionali non hanno ancora formalmente comunicato la loro adesione formale a un gruppo europeo. Tra loro, ci sono 21 eletti in Francia per la Republique En Marche, che potrebbe aderire all’Alde; sette seggi in Spagna per i franchisti di Vox e tre in Olanda per il Forum per la Democrazia, che ovviamente aderiranno a un gruppo euroscettico, e quattro seggi in Polonia a Wiosna, che dovrebbe entrare nei S&D.

Lega primo partito in Italia, secondo in Ue

Venendo al dato nazionale, la Lega si conferma primo partito in Italia con con 26 seggi (un balzo notevole rispetto ai sei nelle scorse europee), ma cala rispetto alla precedente rilevazione a fine marzo dal 32,2% al 31,4%. Il Carroccio è il secondo partito in Ue dopo i tedeschi della Cdu/Csu con 30 seggi. Il M5S sale rispetto a fine marzo a 18 (dal 20,9% al 21,5%) mentre il Pd cala a 16 da 17 (nel 2014 ne aveva 31), Forza Italia stabile a otto (nel 2014 ne aveva 13). Resterebbero fuori +Europa della Bonino e Italia in Comune di Pizzarotti con il 3,1%, e l’estrema sinistra, ossia la Coalizione la Sinistra al 2,1% e Articolo 1-Mdp con l’1,5%.

Adolfo Spezzaferro

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