Roma, 10 gen – Trump lo aveva promesso due giorni fa nel suo discorso alla nazione: “Siamo pronti alla pace ma imporremo nuove sanzioni all’Iran”. Una dichiarazione piuttosto antinomica, ma gli Stati Uniti oggi hanno confermato la linea indicata dal presidente repubblicano. In una conferenza stampa alla Casa Bianca, il segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, e il segretario di Stato, Mike Pompeo, hanno infatti annunciato le nuove sanzioni contro Teheran dopo l’attacco missilistico contro le basi Usa in Iraq. E dire che quella iraniana è stata una reazione, tutto sommato controllata, all’uccisione del generale Soleimani.
A Washington è bastata per la contromossa, ovvero l’imposizione delle suddette sanzioni che colpiranno diversi settori: manifatturiero, tessile e minerario. Oltre a otto dirigenti che secondo il governo statunitense “hanno portato avanti le attività destabilizzanti del regime e sono coinvolti nei raid missilistici di martedì”. Tra questi vi sono il segretario del Consiglio supremo di sicurezza iraniano Ali Shamkhani e il comandante della milizia Basij Gholamreza Soleimani, come specificato da Mike Pompeo.
“Non vogliamo la guerra”
Il segretario di Stato americano ha comunque ribadito che “Trump non vuole la guerra”, ma di “non avere dubbi” che l’Iran volesse uccidere soldati americani. Dunque secondo Pompeo le sanzioni annunciate oggi sono semplicemente una risposta consona. “Ritengo che la risposta del presidente sia appropriata. Il Presidente ha detto che non vuole la guerra. Vogliamo che l’Iran diventi un paese normale”, ha dichiarato.
“Non c’è dubbio a mio parere, dato che ho osservato l’attività iraniana nella regione quella notte, che avessero la piena intenzione di uccidere i nostri militari e i nostri diplomatici nella regione”, ha poi specificato Pompeo. Insomma gli Usa continuano a parlare di pace con l’Iran, ma dopo aver ucciso il massimo generale della Repubblica islamica inaspriscono la guerra commerciale.
Eugenio Palazzini