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Fabio Quagliarella, lo specialista delle reti impossibili

by Marco Battistini
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Fabio Quagliarella

Roma, 02 dic – Dalla lunghissima distanza, improvvisamente di tacco, con una splendida rovesciata. Potenza, precisione, estro, imprevedibilità. Sì, stiamo parliamo di gol spettacolari. E maestro assoluto della categoria è stato – nelle prime due decadi del terzo millennio – un poliedrico attaccante venuto dalla provincia napoletana. Centravanti, seconda punta, esterno, trequartista. Tante maglie onorate, oltre cinquecentocinquanta presenze in Serie A, decine di portieri trafitti. Passata un po’ sottotraccia la recente notizia del suo ritiro dal calcio giocato, il Primato Calcistico odierno è quello di Fabio Quagliarella, lo specialista italiano delle reti impossibili.

Le prime esperienze in Serie A

Durante l’ultima pausa per le nazionali il capocannoniere della stagione 2018/19 – ventisei centri in blucerchiato – ha infatti ufficializzato la decisione di appendere gli scarpini al chiodo. Classe 1983, il nativo di Castellammare di Stabia cresce nelle giovanili del Torino. Qui esordisce tra i grandi prima di farsi le ossa in terza serie. Un veloce apprendistato tra Firenze (allora Florentia Viola) e Chieti vale il ritorno alla casa madre. 

Quagliarella, alla prima esperienza da titolare in cadetteria, contribuisce alla causa granata. Balzaretti e soci vincono gli spareggi, ma la promozione in Serie A viene vanificata dal fallimento della società. Il grande salto arriverà comunque: lo tessera l’Udinese, per girarlo quindi ad Ascoli (in prestito) e Sampdoria – comproprietà. Nell’estate 2007 i bianconeri risolvono a loro favore la compartecipazione di questo attaccante che nel frattempo ha conosciuto anche con la maglia della nazionale.

Le grandi piazze e il (secondo) periodo blucerchiato

Il biennio in Friuli coincide anche con l’esordio in Europa. Una stagione nella sua Napoli come preludio alla chiamata a cui proprio non si può rinunciare. E’ quella della Juventus. Nonostante i mugugni della piazza – che avrebbe preferito un nome, per così dire, più altisonante – l’artista del gol sarà parte integrante del rinnovato progetto culminato con i nove scudetti consecutivi. Quagliarella ne vince tre, insieme a due Supercoppe. Dopo la Vecchia Signora arriva il tempo dei ritorni: due anni a Torino e otto in blucerchiato.

Maglia numero ventisette – per onorare il ricordo dell’amico Niccolò Galli – il nostro è nono per presenze in serie A (556, quinto tra i giocatori di movimento) e quattordicesimo tra i migliori marcatori di sempre. 182 infatti sono le reti siglate nella massima categoria, di cui più della metà con la casacca genovese. Tra il 2007 e il 2010 – e nella primavera del 2019 – ha fatto parte del gruppo azzurro.

Quagliarella, specialista delle reti impossibili

Ribadiamo quanto scritto in apertura, l’eccezionalità del buon Fabio è stata il saper spettacolarmente segnare in tutti i modi. Uno dei gol più difficili anche solo da immaginare lo sigla con il tacco contro il Napoli nel settembre 2018, trasformando un cross a mezza altezza in un preciso colpo da biliardo. Meno appariscente, ma forse dal coefficiente di difficoltà ancora maggiore, la stoccata di calcagno (in caduta) in un Udinese-Juventus di inizio 2010/2011. Tra le giocate migliori sicuramente quella del 6 gennaio 2010. Bergamo, giorno della Befana. Forse ispirato dalla simpatica vecchietta, questa volta con la maglia dei partenopei, riceve palla spalle alle porta ai trenta metri. Giusto il tempo di girarsi, inquadrare il bersaglio con la coda dell’occhio e scartare il classico cioccolatino che andrà a togliere le ragnatele dal sette. Tre anni prima punì invece – con un inaspettato pesce d’aprile – il Chievo Verona. “Da casa sua”, come si suol dire: addomesticando una seconda palla sulla trequarti e, questa volta senza guardare, silurando sotto la traversa.

Il gol più amaro

Guardando il mondo alla rovescia ricordiamo invece le acrobazie di Reggio Calabria (dicembre 2006) o la sforbiciata del San Paolo – gennaio 2009. Chiudiamo l’elenco – ovviamente incompleto – con il gol più amaro di tutti. E’ la disgraziata spedizione mondiale del 2010, minuti di recupero dell’ultima partita del girone eliminatorio. La Slovacchia, avanti 3-1, ci sta eliminando dalla competizione iridata. Nel buio generale dei nostri azzurri, il numero diciotto, poco fuori dall’area, disegna la palombella perfetta. Accorciamo le distanze, ma non servirà. Un lampo del tutto inutile. O forse no: quel giorno a Johannesburg tutto il globo aveva potuto ammirare le gesta di Fabio Quagliarella, lo specialista italiano delle reti impossibili.

 Marco Battistini

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