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Facciamo il punto sulla complessa industria globale dei semi di cannabis

by La Redazione
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La crescita della cannabis è un fenomeno che al giorno d’oggi non viene ignorato, grazie alla sua crescita sostanziosa. Parliamo di un settore con una crescita di oltre il 13% annuale, costantemente interessato da nuove leggi e regolamenti nei diversi stati.  L’argomento è diventato del resto d’attualità anche in Italia.

La situazione diventa complessa se la si guarda a livello globale. Ogni stato vuole dire la sua e non si trova un singolo punto che possa mettere d’accordo chiunque. Per questo motivo, i diversi stati stanno stabilendo alcune leggi proprie, basate sulla propria iniziativa e linea di pensiero.

Cerchiamo di fare il punto, tentando di capirne qualcosa.

Varietà dei semi acquistabili legalmente

I semi acquistabili legalmente nei paesi in cui questo è permesso sono molteplici.

Quando si inizia ad esplorare il mondo delle varietà di cannabis, si scopre un prodotto che è ricco di sfumature. Ci sono centinaia di varietà sul mercato, con nomi che passano da quella denominata ice cream fino al terrificante Jack lo Squartatore.

Esistono anche alcuni semi più comuni come White Widow, Sweet Afghani, Gorilla Glue, Velvet Moon, Holy Snow, GH Amnesia e Watermelon OG. Tutte con nomi che ne evidenziano una qualche caratteristica.

Le legislazioni dei paesi

Alcuni stati hanno optato per una liberalizzazione, mettendo in primo piano il fatto che il mercato della Cannabis possa garantire buoni ricavi in termini di tassazione. Oltre all’Olanda, sempre stata in prima linea verso l’apertura alla Cannabis, ci sono numerosi paesi come il Portogallo e la Spagna che stanno aprendo i loro mercati nel settore della cannabis.  Oltre a loro anche 33 stati americani hanno legalizzato l’uso e la coltivazione di questa sostanza, rendendo gli USA il primo continente nell’apertura verso questo mercato.

Tra le normative che invece, mettendo in primo piano il lato dei rischi per la salute e del possibile accesso a droghe più pesanti, hanno un contenuto molto meno permissivo, c’è sicuramente quella italiana. Al momento è in itinere una proposta referendaria per la legalizzazione che sta incontrando però una netta opposizione da parte di Fratelli d’Italia e della Lega. La Meloni, in particolare, ha preannunciato di essere pronta a dare battaglia e ad organizzare un Comitato per il No nel caso che la Consulta dovesse accettare il quesito referendario. Anche Forza Italia ha recentemente annunciato la propria contrarietà alla legalizzazione.

Dal coltivatore, alla produzione, al negozio

Come avviene il processo di coltivazione e vendita di questi prodotti, nei paesi in cui essi sono legali? Ci sono alcuni coltivatori che se ne occupano.

I coltivatori di marijuana coltivano la pianta su larga scala per rifornire i dispensari locali di marijuana medica. I coltivatori professionali di cannabis devono ottenere una licenza per fare questo lavoro e di solito la cannabis viene coltivata in serre o magazzini sicuri, che vanno dalla piccola scala a diverse migliaia di metri di superficie.

Anche se la cannabis è una pianta relativamente facile da coltivare, coltivare cannabis di qualità è una storia diversa. Le responsabilità dei coltivatori non si limitano alla coltivazione e alla produzione, ma possono includere una serie di compiti diversi.

Cosa succede dopo il raccolto

Una volta che la pianta è cresciuta (in genere ci vogliono 3 o 4 mesi) e il raccolto è completato, arriva la parte della produzione dei diversi prodotti con cannabis. Possiamo avere oli, creme, profumi, lozioni e tanto altro ancora.

La lavorazione può impiegare diverso tempo, a seconda del prodotto. Non ci sono tante aziende in Europa che fanno questo tipo di prodotti, fatto che influisce sul loro costo finale.

Una volta che i prodotti con cannabis sono terminati, arriverà il momento di rifornire negozi di cannabis legale e centri medici. 

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