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Augias, ma che dici? E’ la sinistra che ha spento il cervello

by Adriano Scianca
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Adriano Scianca, filosofo dagospia etica cancel culture

Roma, 21 nov – A volte, la risposta che cerchi è proprio lì, davanti agli occhi, ma non te ne accorgi. Quando Giovanni Floris chiede a Corrado Augias, durante l’ultima puntata di DiMartedì, in cosa la destra sia comunicativamente avvantaggiata rispetto alla sinistra, la risposta è in bella mostra e si chiama Corrado Augias. La sinistra arranca perché non ha ancora smesso di presentarsi in questo modo: l’intellettuale snob che dà del cafone illetterato a metà del Paese. Lo scrittore, per essere precisi, ha detto che «è facile essere di destra, significa seguire gli istinti e non il ragionamento. Essere di sinistra, invece, è più difficile perché gioca sul terreno della conoscenza degli argomenti». Un’affermazione falsa nel merito e suicida dal punto di vista propagandistico, che da sola risponde alla domanda di partenza, non perché l’argomento colga nel segno ma perché la sua formulazione illustra alla perfezione il ritardo comunicativo, concettuale e politico di cui soffre la sinistra. In cosa la destra è avvantaggiata sulla sinistra? Nel non avere questi complessi di superiorità, per esempio.

L’ignoranza a “destra”? Ditelo a Marconi e Pirandello

Ma facciamo lo sforzo di prendere sul serio l’argomento di Augias. Davvero le cose stanno così? Destra = rozzi istinti, sinistra = ragionamento fondato sui dati? Prendendo per buone le categorie di destra e sinistra, che già da anni non significano più nulla, dovremmo quindi dedurre che Heidegger, Marconi e Pirandello fossero dei villani incolti pronti a sparare luoghi comuni a raffica. Quando il Pci faceva man bassa negli strati più umili della società, invece, trovava evidentemente tutti operai filosofi. È evidente che il ragionamento non quadra. Giova inoltre ricordare che la tradizionale critica «reazionaria» al comunismo da parte dei vari Evola o Spengler si basava esattamente sulla dimensione naturalistica, elementare e anche «alimentare» delle teorie socialiste: le ragioni del ventre da una parte, le vette dello spirito dall’altra. Una prospettiva esattamente ribaltata rispetto a quella proposta da Augias.

Ma empatia e non razionalità sono un’esclusiva della sinistra

Evola, Heidegger… Forse stiamo volando troppo alti. Va bene, parliamo dell’oggi. Non è forse la sinistra a proporre un incessante, martellante appello alle emozioni? Generosità, accoglienza, empatia, «restiamo umani» e panzane del genere. Non è forse questo un ricorso a una dimensione immediata, non meditata, non razionale? Pensiamo all’abuso dello storytelling sui migranti, alle storie lacrimevoli, alle foto commoventi… Dal piccolo Alan Kurdi al bambino con la pagella cucita nella giacca, il messaggio è chiaro: non pensateci su, non ragionate, non fate calcoli, aprite il vostro cuore e poi aprite i confini. Per non parlare degli pseudo argomenti da Corriere dei piccoli sull’arricchimento culturale, sulla convivenza felice e simili, sul mondo colorato, su bianchi e neri che si prendono per mano, sul dialogo stereotipato tra le culture. Avallare esodi biblici per amore del riso al curry: sarebbe questo il «terreno della conoscenza degli argomenti»?

Per i giornalisti è più facile essere di sinistra

Infine, una precisazione su quanto sia «facile» o «difficile» essere di destra o di sinistra: per Augias è stato difficile essere di sinistra? E per Floris? Nel mondo del giornalismo, della cultura, dello spettacolo è davvero così tanto più facile essere di destra? Gente che ha avuto tappeti rossi spianati davanti per mere ragioni ideologiche ti fa pure la morale su quanto siano state «difficili» le loro scelte: non basta questa arroganza a spiegare perché sempre più gente cominci ad averne le palle piene?

Adriano Scianca

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4 comments

blackwater 21 Novembre 2019 - 1:50

precisissimo pezzo del grande Scianca,per il sottoscritto – al di là della empatia politica – una delle migliori penne in assoluto del giornalismo italiano.

se mi è permesso,chioserei l’articolo sulla visione sinistrese della cultura,per cui giocoforza un Marconi deve essere considerato un villano incolto,con la figura del Poeta Ungaretti,da considerarsi EGIZIANO a tutti gli effetti se visto con le lenti “iussoliche” della Sinistra Augiasana:

nato in Egitto nel 1888 non vide mai l’Italia prima dei ventanni…

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SergioM 21 Novembre 2019 - 6:02

Caro Scianca , se non fosse inutile cercar di spiegare qualcosa ad un depositario della
“verità rivelata” come augias ….
le direi di ricordargli che la gran parte degli elettori della Lega è composta da ex elettori del PCI ,
che non sono IMPROVVISAMENTE diventati ignoranti , non hanno potuto come lui , perder
tempo sui libri perché dovevano LAVORARE !
Sono operai o impiegati , oggi esodati o pensionati , e comunque IMPOVERITI , da Prodi , Monti , Renzi e compagnia brutta di SX ,
Gente che s’ è fatta il c…. per migliorare ed hanno fatto Laureare i propri figli , figli che oggi MANCO sono operai ma DISOCCUPATI o peggio SOTTOCCUPATI , sempre grazie ad i CattoKom .
Ovvio , per tutti tranne che per il sapientone-augias , che votavano PCI perché si sentivano rappresentati (il partito dei LAVORATORI)

oggi i partiti di SX rappresentano Banchieri , capataz UE , e … eh si gli intellettualoni ,
scribacchini del corrierone e di repubblichetta , attorucoli e registi , sciacquini RAI ….
insegnanti (ma quelli miracolati per avere un posto di lavoro nella scuola …)
pretacci Kom ,
un numero di inutili persone statisticamente ininfluente ,

trovo anzi strano che abbiano ancora così tanti voti !!!!!

Certo con gli SPONSOR Merkel , papafranceschiello dem USA … e la PAURA del
“misterioso” SPREAD (mai così alto , ma non ne parla più nessuno ……) …..

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Marcellus 21 Novembre 2019 - 11:25

Diciamo che “l’intellettuale di sinistra” (è un ossimoro, lo so) fa “più sforzo” perchè è un leguleio in malafede. Ecco in cosa consista la sua “intelligenza”. Stop.

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Citodacal 23 Novembre 2019 - 2:31

Sicché la tradizione, che ha tra le proprie fondamenta senso e pratica dell’autodisciplina, sarebbe instintuale, mentre razionale sarebbe il globalismo progressista-liberista che tutto concede ad una vaga sensazione di libertà, scandita dalla tremula inconsistenza della mera ed istantanea contingenza: questa me la segno proprio…

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