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Da Dugin a Veneziani, la Di Cesare toglie il “patentino” ai filosofi sovranisti. Ma io sono salvo

by Adriano Scianca
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Adriano Scianca, filosofo dagospia etica cancel culture

Roma, 23 nov – Nell’ultimo numero dell’Espresso, la filosofa Donatella Di Cesare dedica un articolo ad Aleksandr Dugin in cui, dimostrando in verità di non averlo letto, scrive: «Definirlo “filosofo” sarebbe un insulto alla filosofia». Ma lo scrittore russo non è l’unico ad aver incontrato sul suo percorso la pattuglia stradale della filosofia, quella che ritira le patenti della disciplina. Tempo fa, la Di Cesare dedicò un pezzo sul Corriere della Sera a Diego Fusaro, in cui – di nuovo senza alcuna critica nel merito – bollò l’autore di Glebalizzazione con queste parole: «Caricatura della filosofia, tirata in ballo nello spazio pubblico solo per venire sbeffeggiata! Uno schiaffo a chi lavora seriamente. Eppure in Italia non mancano filosofe e filosofi, giovani e giovanissimi, molti dei quali sono stati costretti a cercare fortuna all’estero. Quale lezione dovrebbero trarre dall’indecoroso riconoscimento tributato in patria al ciarpame?».

Pure Veneziani nel tritacarne

E ancora, sul suo profilo Facebook, la Di Cesare postò indignata una recensione a un libro di Marcello Veneziani, anche in questo caso trovandosi a revocare l’attestato di filosofo all’autore pugliese: «Marcello Veneziani, il Fusaro di estrema destra, sdoganato come filosofo – tra vuote ridicolaggini e frasi antisemite – scempio per la filosofia!» (va da sé che chiunque conosca l’opera di Veneziani potrà rivolgerle tutte le critiche del mondo, ma antisemita proprio no, non c’è mezza riga nell’intera sua produzione teorica e giornalistica che legittimi questa marchiatura a fuoco).

Il tribunale del popolo della filosofia

Donatella Di Cesare ha insomma deciso di ergersi a giudice supremo del tribunale del popolo della filosofia: decide lei chi è filosofo e chi no. Ovviamente si possono benissimo considerare Dugin, Fusaro, Veneziani (o, se è per questo, la Di Cesare) degli autori scadenti. Magari tutti i soggetti citati sono cattivi filosofi, filosofi dozzinali, poco originali, superficiali, per carità. Dire che non sono filosofi è invece un’operazione che contiene una arroganza intrinseca molto forte. Cosa definisce, poi, un vero filosofo da uno falso? L’allineamento ai dettami antisovranisti e globalisti? Mettere in bocca alla Di Cesare, che ha curato anche un bel libro sui Quaderni neri di Heidegger, una enormità del genere sarebbe arbitrario: lei, molto meglio di altri, sa benissimo che, se restringessimo la vera filosofia al solo ambito dei filosofi globalisti, resterebbero quattro nomi in croce da studiare.

La filosofa Donatella Di Cesare

La filosofa Donatella Di Cesare insegna all’Università di Roma “La Sapienza”

Certo, Heidegger è Heidegger, siamo su un livello superiore rispetto ai nomi sin qui citati (e credo che anche gli autori menzionati avrebbero l’umiltà di essere d’accordo). Ma se Dugin non è Heidegger, la Di Cesare non è Horkheimer, e quindi anche l’argomento del «livello» lascia il tempo che trova. Quindi, alla fine, la «policy» di questo Ufficio autorizzazioni filosofia gestito dalla Di Cesare non sembra affatto chiara.

Quando la Di Cesare mi diede 29

Una cosa è certa: se Dugin, Fusaro e Veneziani non sono veri filosofi, io invece dovrei cavarmela. Nei primi anni 2000 feci infatti un esame con la Di Cesare (ottima docente, peraltro) su Della grammatologia di Jacques Derrida, ottenendo un più che dignitoso 29 – non ricordo quale incidente di percorso si frappose fra me e il 30 – nel suo corso di Filosofia del linguaggio alla Sapienza. Insomma, fu la nostra commissaria politica in persona a certificare nero su bianco delle competenze filosofiche per il sottoscritto. Mi dispiace per Aleksandr, Diego e Marcello, ma posso garantire loro che, quando la Di Cesare sarà riuscita nell’intento di estrometterli dal dibattito delle idee, io, blindato da questa bolla papale, avrò comunque modo di ricordarmi degli amici.

Adriano Scianca

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3 comments

SergioM 23 Novembre 2019 - 4:04

Mi spiace che lei abbia avuto come insegnante , simile Capra Capra Capra !
Ignoro cosa attribuisca a Veneziani come antisemitismo …. se allude a critiche agli ebrei …..
RICORDO che gli ebrei rappresentano un 6/7 % dei semiti , forse meno . anzi MENO di sicuro ,
e NON tutti gli ebrei sono semiti …..

Per essere antisemita dovresti prendertela con :

Arabi , nordafricani (berberi , etc) , palestinesi ( e pure diversi Italiani ….)
circa 300/400 milioni di persone ,
gli ebrei semiti sono max 3 milioni di persone ….

Se vuoi fare l’ anti razzista …. dovresti conoscere le basi di ANALISI sulle RAZZE !!!!
CAPRA CAPRA CAPRA !

Con sto antisemitismo HANNO ROTTO I COGLIONI , viene attribuito a chi disprezza gli ebrei …
che … NON SONO UNA RAZZA !!!!!! e NON sono tutti semiti !

Solo Hitler definì gli ebrei come razza ….. non era un filosofo e manco un intellettuale …….
ed aveva dei semiti nelle SS ….. oltre ad essere in buoni rapporti col Gran Muftì (SEMITA) ,
quindi neppure il Führer era ANTISEMITA !!!!!!!

Reply
FABIO FILACCHIONI 23 Novembre 2019 - 4:28

Ah! Ah! Ah! Ah! Ah! Non c’è niente di meglio che “confermarsi” al 29… Quindi con patente accertata e con punti sufficienti… Ah! Ah! Ah! Ah! Ah!

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Nuccio Viglietti 23 Novembre 2019 - 5:25

Solita supponenza sinistrorsa di chi si ostina a ritenetsi in possesso di verità assoluta…chiamasi complesso di…superiorità…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

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