Roma, 23 giu – I centri sociali (e la sinistra antagonista in genere) stanno puntando forte sul Movimento 5 Stelle. Avevamo già analizzato il fenomeno su queste pagine, sottolineando come, soprattutto a Roma, diversi blog di riferimento della sinistra antagonista avessero fatto il proprio endorsement per i 5 Stelle. Ad ulteriore riprova di questo connubio arrivano ora le parole del leader storico dei centri sociali romani, Nunzio d’Erme, che in un’intervista a Repubblica a firma Viola Giannoli (una giornalista che di fatto è una militante dei centri sociali, ndr) afferma di aver votato Raggi e loda i 5 Stelle, gli unici “sensibili sulle questioni sociali: dalle battaglie della casa ai servizi, dall’acqua pubblica al reddito. Hanno aperto un confronto fuori dalle logiche spartitorie con le esperienze di autogestione che nei quartieri hanno attivato meccanismi di resistenza alla crisi. La deputata Lombardi, ad esempio, ha fermato alcuni sfratti. In giunta hanno scelto un compagno storico delle lotte ambientaliste e contro i Prg come Paolo Berdini. E poi c’è un blocco di potere che andava mandato a casa”.
Al di là delle parole al miele per il “compagno” Berdini, il neo assessore pentastellato che vuole distruggere per motivi ideologici via dei Fori Imperiali, Nunzio d’Erme sottolinea il fallimento della sinistra, da quella moderata del Pd romano fino a quella radicale, di cui lui è stato per anni il volto più noto nella capitale. Protagonista del G8 di Genova del 2001 e leader del movimento dei Disobbedienti, Nunzio d’Erme è un ex consigliere comunale “indipendente” di Rifondazione Comunista. L’idillio tra i movimenti e il partito si ruppe nel 2004, quando Nunzio venne “silurato” da Bertinotti che decise di non rinunciare al seggio, impedendogli così di divenire eurodeputato. Tra scontri, arresti e l’occupazione di decine di stabili con “Action”, negli anni Nunzio e i movimenti romani hanno tentato varie avventure elettorali. Nel 2008 fecero eleggere “Tarzan” Alzetta in una lista di appoggio a Rutelli, mentre nel 2013 i centri sociali si divisero, tra chi scelse di candidarsi con Sel e chi provò con la fallimentare esperienza della lista “Repubblica Romana”.
Ora terminata la collaborazione (e le spartizioni) con il Pd, sempre più renziano e sempre meno di sinistra, ridotta al lumicino la presenza nelle periferie anche a causa dell’attivismo di movimento di tutt’altro segno come CasaPound, Nunzio d’Erme ammette la sconfitta e non ha remore nel parlare dei 5 stelle alla stregua di un’ancora di salvataggio, a cui aggrapparsi dal momento che la (sua) sinistra non esiste più. “Che sinistra? Ha perso contatto con i settori popolari, non ha più radicamento sociale. Cerca solo ammucchiate elettorali, scorciatoie, ma oggi non ci sono per nessuno. Noi, movimenti autonomi, dobbiamo ricostruire un blocco sociale di giovani senza lavoro, precari, migranti, pensionati, che è stato espulso. Vediamo che succede ma intanto menomale che c’è Grillo“. A questo punto l’intervistatrice gli chiede “Addirittura?”. Nunzio d’Erme risponde con la consueta schiettezza: “E sennò chissà chi pensi che vinceva ‘sta città? Meloni e CasaPound”. Se a qualcuno non fossero bastati il programma della Raggi sull’immigrazione, o la nomina nella giunta Appendino del presidente dell’Arcigay di Torino, ecco un’uteriore prova della trasformazione “sinistra” del Movimento 5 Stelle.
Davide Di Stefano
2 comments
Sarò noioso, ma lo ripeto : io personalmente, la tendenza a “pendere a sinistra” del M5S l’ ho vista subito, e per inciso non gli ho mai creduto.
è sbagliato dire “pendere a sinistra”: il M5S è di sinistra radicale!
infatti, siccome sanno che la maggioranza degli italiani diffida dei comunisti, fanno credere in giro che “non esistono più la destra e la sinistra”, e che sono classificazioni ottocententesche, e che loro per tanto non sono di sinistra. Un corno! le loro istanze sono di sinistra, quindi lo sono anche loro, basta leggere i loro programmi e le proposte in parlamento.
Ma si è mai visto un elettore leggere un programma elettorale?