Roma, 10 lug – Dobbiamo ancora capire bene perché, visto che sembra tutto troppo bello per essere vero (e magari ci sveglieremo, ma speriamo di no). Per ora, la Camera ha dato il suo sì definitivo al ddl Nordio, ovviamente facente capo al ministro della Giustizia Carlo Nordio, leggasi il guardasigilli che, come abbiamo già sottolineato in passato, rischia sul serio di entrare nella storia di questa tormentatissima Repubblica Italiana.
Camera, il sì a Nordio e a due passaggi essenziali della riforma
Stamattina il voto alla Camera è stato chiaro e a favore di Nordio. Quanto meno a due passaggi essenziali del suo percorso di riforma, ovvero l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e la stretta sulle intercettazioni, che saranno limitate nella liceità rispetto a quanto avviene oggi. Il ministro però non va molto lento e sembra determinato ad andare oltre proprio su questo punto, come dichiara in proposito: “Stiamo lavorando da tempo ad una riforma organica delle intercettazioni per dare un’attuazione radicale all’articolo 15 della Costituzione che indica nella segretezza delle conversazioni l’altra faccia della libertà”.
Gli altri obiettivi ambiziosi
La separazione delle carriere tra giudice e pm è un argomento di cui si è parlato fino allo sfinimento, ma Nordio sta cercando di ottenere molto di più: il contenimento delle influenze delle correnti interne alla magistratura per le decisioni dell’Anm e soprattutto del Consiglio superiore della magistratura tramite il metodo del sorteggio. La prima senza la seconda sarebbe efficate ma indubbiamente meno dirimente. Su queste altre due direttrici, in buona sostanza, si indirizzerà l’azione del ministro.