Roma, 9 apr – Il 12 giugno si terranno le elezioni amministrative in numerosi comuni italiani. Nonostante le maggiori città siano state coinvolte nella scorsa tornata elettorale, tenutasi ad ottobre 2021, anche questa occasione sarebbe un appuntamento fondamentale per verificare un tentativo di rinascita per la coalizione di centrodestra. Come spesso raccontato su queste colonne, l’alleanza attraversa il periodo maggiormente buio e diviso sin dalla propria formazione originale. Oltre alla differenza in ambito istituzionale, per cui il principale partito di coalizione è all’opposizione e le forze alleate sono parte integrante dell’attuale esecutivo, è da registrare il sentimento di freddezza che si riscontra tra i rispettivi leader di partito, con gli inevitabili rischi di sfarinamento del programma politico comune che ciò comporta.
Ognuno per sé
In ottica delle prossime elezioni amministrative, sembrerebbe prendere quota la spiacevole decisione di presentarsi alle urne come singoli partiti, piuttosto che da coalizione unita. Una scelta nefasta che garantirebbe con certezza la sconfitta e una facile vittoria della controparte di centrosinistra. Pertanto, sarebbe necessario ritrovare un proficuo dibattito interno, che ponga un limite alla lotta per il primato e la leadership dell’alleanza, motivato dalla necessità di costruire un fronte comune alternativo e credibile rispetto a quello degli avversari. Infatti, anche presentarsi come una coalizione unita nelle città al voto nel mese di giugno in assenza di programmi politici convincenti, coesi e basati sull’intenzione di produrre risposte necessarie per i territori, sarebbe inutile ai fini del risultato.
Centrodestra spaccato
È proprio qui che si concentra il peccato originale del centrodestra, alle elezioni amministrative come in previsione di quelle politiche: pure riuscendo a compattare visivamente il fronte, come fatto fino ad oggi, risulta palpabile l’incapacità di produrre adeguati spunti politici figli dell’unità d’intenti e della convinzione nei propri mezzi. Ad esempio, le prospettive liberali e federaliste di una fetta di coalizione si scontrano con la visione centralista, dirigista e sociale di altre. La visione futura di Europa è differente in ogni partito principale della coalizione, così come le intenzioni in materia di riforma fiscale.
Verso Caporetto
Sappiamo che diversità e differenze sono uno spunto su cui riflettere e migliorarsi nelle alleanze, motivazione per cui la loro presenza può arricchire i contenuti e i risultati raggiungibili. Tuttavia, l’incapacità di creare una sintesi concreta impedisce o compromette la possibilità di apparire credibili agli occhi dei cittadini italiani. In caso di mancata inversione di tendenza immediata, le nuove Caporetto elettorali saranno dietro l’angolo, a cominciare dalle imminenti tornate amministrative.
Tommaso Alessandro De Filippo
3 comments
Sono tutti invotabili sia in gruppo sia singolarmente e la recente pandebufala con il teatrino green pass e obbligo vaccinale inutile perché un vaccinato non si dovrebbe ammalare come fu per la TBC e per la poliomielite lo hanno ampiamente dimostrato.
Qualcuno era all’opposizione in minoranza?
Fumo per boccaloni.
Un vero sovranista nazionalista non si iscriverebbe mai a club atlantisti.
In principio era Almirante ora la destra è solo una sceneggiata.
[…] Il centrodestra si presenta alle Amministrative più diviso che mai: sconfitta annunciata? Il Primato Nazionale […]
Solo le taglie son fortine, fanciulla esclusa.