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“Chiusure le decidono i sindaci con i prefetti”. Il Viminale stoppa la polemica

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 19 ott – I sindaci, di concerto con i prefetti, decideranno se chiudere o meno aree cittadine a rischio contagio per via degli assembramenti. Il governo giallofucsia stoppa così la polemica scatenata dai primi cittadini sullo scaricabarile di eventuali lockdown localizzati. “Il coinvolgimento dei sindaci nel nuovo Dpcm, in materia di chiusure localizzate di strade o piazze, non è uno scaricabarile dello Stato“, chiarisce il sottosegretario al ministero dell’Interno (qui i dati sui controlli anti-movida) con delega agli enti locali, il dem Achille Variati.

La nota del Viminale: “Sindaci supportati da prefetti nei Comitati provinciali di ordine pubblico”

“Lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie – fa presente Variati -. I primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i prefetti e nei Comitati provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze”. Il sottosegretario spiega che “il governo ha scelto questa via per non imporre un lockdown generalizzato o comunque misure più severe applicate indifferentemente a tutti, senza riguardo per le specifiche situazioni sanitarie dei diversi territori. E’ una dimostrazione di fiducia nei confronti dei sindaci e degli amministratori locali, nella convinzione che nessuno più di loro possa essere un valido alleato nel trovare la giusta misura con cui tarare le azioni di contenimento in ogni diverso territorio”.

Boccia: “Se c’è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci. E’ già cosi, non serviva Dpcm”

Sulle lamentele dei sindaci, che ieri hanno fatto togliere il riferimento a loro nel testo finale del decreto del premier Giuseppe Conte, interviene anche il ministro per gli Affari regionali: “Nel Dpcm c’era una norma che richiamava espressamente i sindaci. Quella norma è stata smussata. Detto questo, se c’è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci e non c’era neanche bisogno di inserirlo nel Dpcm perché è già così“, è un potere dei sindaci, chiarisce Francesco Boccia a Rainews24. “I presidenti di Regione sono le massime autorità sanitarie delle Regioni, e possono adottare restrizioni a carattere regionale. I sindaci sono le massime autorità sanitarie cittadine, e possono farlo sui loro territori in caso di necessità – spiega il ministro dem -. Lo Stato è l’autorità sanitaria nazionale, e detta le linee guida entro le quali possono muoversi gli enti territoriali. In caso di lockdown nazionale, decide lo Stato. Se è necessario chiudere un quartiere per garantire la sicurezza sanitaria, lo decide il sindaco“. Infine Boccia rimette a posto anche il presidente dell’Anci, che aveva protestato per lo scaricabarile sui sindaci. “Con Antonio Decaro – puntualizza il ministro – siamo stati amministratori locali insieme e abbiamo le stesse sensibilità, sa bene che non esiste alcuno scaricabarile, ma sempre e solo un’assunzione comune di responsabilità“. “Mi sembra – conclude Boccia – che i cittadini abbiano ben capito. Se servono aiuti e forme ulteriori di sostegno lo Stato è sempre pronto, 24 ore su 24”.

Adolfo Spezzaferro

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