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Concessioni balneari, la Lega si arrende: ok in Cdm alle gare. FdI: “Esproprio in dono alle multinazionali straniere”

by Adolfo Spezzaferro
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concessioni balneari

Roma, 16 feb – Alla fine la Lega si arrende e il Cdm vota all’unanimità la modifica delle concessioni balneari: sì alle gare. Dall’opposizione, FdI punta il dito contro il governo Draghi: “E’ un esproprio, un regalo alle multinazionali straniere“. Ora starà al Parlamento limitare i danni previsti dalla riforma della concorrenza (imposta dalla Ue perché legata ai fondi del Pnrr). In sostanza, dal 1 gennaio 2024 le spiagge italiane tornano libere. Chiunque potrà partecipare all’assegnazione di una o più concessioni balneari, incluse microimprese e enti del terzo settore. Ma lo stesso dicasi per le grandi multinazionali.

Concessioni balneari, ok Cdm a gare

Dopo uno stallo nella maggioranza, il Cdm ha approvato la riforma delle concessioni balneari nell’ambito del ddl Concorrenza, dettato dalla famigerata direttiva Bolkestein sul libero mercato dei servizi. In sostanza, sblocco delle gare tutela degli investimenti e delle piccole realtà familiari ma anche dei consumatori. Freno al “caro ombrelloni”. Modifiche che non bastano però alla Lega, che dopo aver dato l’ok in Cdm si dice pronta a chiedere modifiche in Parlamento. Durissima Giorgia Meloni, che definisce la riforma il primo “atto di esproprio” per 30mila imprese. In allarme le associazioni di categoria che minacciano barricate se il testo non verrà modificato in Parlamento.

Maggioranza spaccata, poi la Lega si arrende

Ieri fino all’ultimo i ministri sono rimasti all’oscuro del testo che fissa per legge la fine del regime di proroga al 31 dicembre 2023 e dà indicazioni sui criteri per le gare. Prima il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini aveva riunito governatori, province e sindaci per spiegare le linee guida. Insieme al ministro del Turismo Massimo Garavaglia e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Ma una volta in Cdm, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha chiesto più tempo per leggere il testo, che comunque va bene nel complesso perché le gare sono “formalmente” sbloccate. Anche il ministro leghista del Turismo ha chiesto alcune integrazioni, sebbene il Carroccio abbia ottenuto già la tutela delle aziende familiari che gestiscono da anni lidi e stabilimenti e di lì percepiscono il loro reddito principali (se ne terrà conto, nelle gare) ma anche la “clausola occupazionale“.

Centinaio: “Testo andrà cambiato e migliorato in Parlamento

Pertanto la riunione viene sospesa per quasi un’ora, per permettere di leggere e rivedere alcuni passaggi. Dopo di che tutti i partiti votano il testo. Le Lega, fa sapere il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, riconosce che sono state accolte “alcune proposte” ma il testo andrà “cambiato e migliorato” in Parlamento, insieme alle associazioni di settore e “insieme al resto del centrodestra”. Intanto giovedì, alle 15, la Camera discuterà la mozione di FdI sulle concessioni balneari. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Il partito della Meloni è sul piede di guerra.

Meloni: “Si è consumato primo atto di un esproprio ai danni di 30mila imprese balneari”

“In Consiglio dei ministri – è l’accusa della leader di FdI – si è consumato il primo atto di un esproprio ai danni di 30mila imprese balneari che avrà durissime conseguenze economiche e sociali. E’ assurdo che con la crisi ucraina, il caro bollette e l’aumento del prezzo di molti generi di prima necessità il governo Draghi individui nelle concessioni balneari la priorità per la nazione. E che, con tesi strampalate, legittimi la demonizzazione di un’intera categoria”. Per la Meloni, il provvedimento del governo “non c’entra nulla con l’entità dei canoni, il costo di un lettino o la cementificazione delle coste”. Al contrario, punta il dito la Meloni, “è soltanto un vergognoso regalo alle multinazionali straniere, che colpisce migliaia di imprese italiane che hanno investito. Molte di loro lo hanno fatto anche recentemente facendo legittimo affidamento sulla proroga al 2033 che è tuttora prevista dalla legge vigente”.

Nel dettaglio, la Meloni fa presente come “una delega con paletti così deboli non attribuisce alcuna tutela efficace ai concessionari uscenti, che verranno in buona parte spazzati via con le evidenze pubbliche tra pochi mesi. Cosa che non accadrà ai loro colleghi spagnoli o portoghesi. Che hanno ottenuto dai loro governi non un esproprio ma proroghe lunghissime senza che la Commissione Ue alzasse un dito”. La Meloni fa sue le istanze delle associazioni di categoria e annuncia battaglia in Parlamento. Vedremo se su questo fronte si ricompatterà il (fu) centrodestra.

Adolfo Spezzaferro

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Emon 17 Febbraio 2022 - 1:07

Nella mia zona se solo osi entrare in spiaggia solo per fare un bagno i balneari ti guardano male ed inventano le peggiori balle per mandarti via. Spiagge date in concessioni a due lire/euro alle solite famiglie per decenni,come se ci fosse un particolare diritto famigliare… Concordo con la legge perché tutti possano concorrere ad un’asta,come per tutte le altre attività.

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Prof. Massimo Sconvolto 17 Febbraio 2022 - 2:11

L’Italia non è una Repubblica Presidenziale ma una Repubblica Parlamentare con bicameralismo perfetto quindi se il Parlamento non continua a fare il paraculo Draghi le sue gare pro finanza internazionale se le può mettere dove non batte il sole perché prima deve passare dal Parlamento e le elezioni sono vicine pare ci sia poca voglia di essere trombati in cabina elettorale 😀
https://www.ilprimatonazionale.it//politica/tetto-contante-lega-fi-votano-con-fdi-contro-governo-resta-limite-duemila-euro-per-altro-anno-224220/

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