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Consiglio europeo, Mes, Bei e Sure restano. Ma Conte esulta per un recovery fund che è solo fuffa

by Filippo Burla
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Roma, 23 apr – Il Mes c’è. Ufficialmente senza condizionalità – tutto da vedersi – ma solo per le spese legate alla sanità e con fondi che arriveranno, presumibilmente, a picco dell’emergenza ormai passato da un pezzo. C’è anche il Sure, il fondo contro la disoccupazione nella curiosa formula di risorse che arriveranno agli Stati membri ovviamente… in prestito. C’è pure la Banca europea degli investimenti (Bei), chiamata a fare la sua parte con una manciata di euro. Sempre a credito, ovviamente. Il consiglio Europeo in videoconferenza, appena conclusosi, non sposta di molto l’asticella rispetto all’ultimo Eurogruppo. Rinviando ancora a data da destinarsi la messa in campo del “pacchetto di ventagli” (continuiamo ad ignorare cosa intendesse dire) di cui aveva parlato il premier Giuseppe Conte.

Niente eurobond

Secondo le stime più generose, nel complesso il Consiglio europeo avrebbe dato il suo assenso (di massima: la riunione dei capi dell’esecutivo ha solo funzione di indirizzo politico) ad una serie di misure che non valgono più di 500 miliardi. Per l’intera Unione. Briciole rispetto alle esigenze degli Stati chiamati ad affrontare quella che si annuncia come la più grave recessione della loro storia. E offre la cifra, in un sol colpo, di tutta l’inconsistenza dell’Ue. A mancare sono soprattutto i cavalli di battaglia delle nazioni cosiddette “periferiche”, Italia in testa, che a gran voce chiedevano l’emissione di titoli comuni per finanziare la ripresa. La risposta e stata sempre “No, no e ancora no”: il fronte dei rigoristi non ha la benché minima intenzione di mutualizzare alcun debito, sia esso sotto forma di eurobond o coronabond che dir si voglia.

La supercazzola del “Recovery fund”

Si è così giunti ad una soluzione di compromesso, con il Consiglio europeo che ha conferito il mandato alla Commissione di studiare un “Recovery Fund” che tenga conto delle posizioni – politiche o ideologiche – di tutti. Qui le cifre lievitano sensibilmente: c’è chi è arrivato a parlare di 1500 miliardi di euro, per la metà da concedere in prestito (ancora…) e per metà da erogare direttamente nell’ambito dei programmi comunitari, a valere quindi sul bilancio dell’Ue. Nei confronti del quale, per la cronaca, l’Italia è da anni contributore netto. Dettaglio non insignificante, ma c’è un altro particolare che sembra sfuggito ai più. Questo sedicente piano per la ripresa vedrebbe infatti la luce una volta agganciato al prossimo piano settennale di Bruxelles, che parte però nel 2021. Nel frattempo, aziende costrette alla chiusura e lavoratori forzati a casa possono tranquillamente aspettare.

Filippo Burla

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8 comments

Cesare 23 Aprile 2020 - 10:53

“Recovery fund” ” per metà da erogare direttamente nell’ambito dei programmi comunitari, a valere quindi sul bilancio dell’Ue” vuol dire che poi per ripagare imporranno tasse europee in aggiunta a quelle spropositate italiane?????Altre fregature all’ orizzonte oltre al mes e al sure con questi politici camerieri dei poteri forti stranieri che depredano il paese con denaro prodotto a costo zero e in via privata??

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Fabio Crociato 23 Aprile 2020 - 11:38

Avanti così e l’ Europa odierna rischia di finire come l’ Unione Sovietica…, crac, divisioni traumatiche, emigrazioni di tanti cittadini europei continentali… E’ amaro, ma si ha la netta impressione che non ci stiamo più dentro ed il coronavirus c’ entra poco salvo stimolare una utopica politica dei “cerotti”.
“Siamo tornati al ’29”, “siamo tornati al dopoguerra”, sono le espressioni-chiacchiere di chi non può ridurre pesantemente l’ Iva, riportare ai minimi per anni il carico fiscale, rendere il margine di contribuzione costruttivo, semplificare all’ osso la burocrazia, definire prezzi politici o nulli per beni vitali, dividere correttamente la gestione pubblica/privata del territorio (in specie quello ad uso agricolo, per allevamento e forestale), stimolare lo studio e la professionalità, e determinare sanità preventiva (non curativa). Il capitalismo in tutte le sue forme, non etico, saccheggiante e quindi incontrollato ha ancora tanti dei sette miliardi di individui da spremere,indebitare, spremere, indebitare, spremere, indebitare, spremere…
E’ il mondo logico dei laici, ateo guidati!

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Fabio Randone 24 Aprile 2020 - 10:09

Siamo arrivati all’Europa che qualcuno nel 1944 non si auspicava. “…… che la comunità stessa naufraghi nell’internazionalismo di marca socialista o vegeti nel generico ed equivoco cosmopolitismo di marca giudaica e massonica.”

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