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Cgil contro la Coop: ma lo sciopero è un flop

by Filippo Burla
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coop cgil camussoMilano, 20 dic – Una volta era la cifra della sinistra un po’ movimenti, un po’ istituzionale e soprattutto molto capace di radicarsi, anche economicamente, nel territorio: Pci, Cgil, Cooperative, il tridente d’attacco capace, in molte regioni, di dettar legge. E’ ancora così? Il Partito Comunista non c’è più, le Coop dettano ancora legge (sia pur, spesso, con interpretazioni molto soggettive della stessa) mentre la Cgil è ormai relegata al ruolo di voce grossa che però non ascolta quasi più nessuno.

“Dicono la Coop sei tu: ma chi è questo tu? Dicono che siamo soci ma soci di cosa, che l’unico fine è il profitto. Ripensino allo slogan”: Susanna Camusso, leader della Cgil, ha usato parole dure ieri in Piazza della Scala, a chiusura della manifestazione con i lavoratori della grande distribuzione. Oggetto del contendere il mancato rinnovo contrattuale: “Dicevano che non era civile scioperare il 19 dicembre, e allora chiediamo al presidente di Federdistribuzone dov’è la civiltà di chi non rinnova i contratti di lavoro, costringendo i lavoratori a passare un altro Natale senza contratto”.

La Camusso aveva, prima della manifestazione, invitato a “scioperare” anche gli acquirenti, chiedendogli di astenersi per un giorno dalle compere natalizie. Un invito che è caduto nel vuoto, visti i centri commerciali strapieni di persone. Così come sembra essere caduta nel vuoto anche la mobilitazione dei lavoratori: secondo dati Federdistribuzione, la partecipazione allo sciopero è stata dell’8%, inferiore del 15% rispetto allo scorso 7 novembre quando si astennero dal lavoro il 9.4% dei dipendenti. Risultati in ogni caso molto magri: “Non abbiamo avuto segnalazioni di punti vendita chiusi”, spiegano sempre da Federdistribuzione.

Richieste più che legittime, quelle dei lavoratori. E sorprende il posizionamento della Cgil, che fa un (piccolo) squarcio nel velo di omertà che circonda il mondo (presunto) mutualistico delle cooperative, maschera dietro la quale in moltissimi casi – salvo le ovvie lodevoli eccezioni – si nasconde solo una forma di concorrenza al ribasso sui prezzi. Fece clamore l’allora scelta di una coop mantovana di pagare lo stipendio degli stagisti con i bollini della raccolta punti. Per non parlare poi delle manovre da banche d’affari, gli scandali, le mazzette, fino ai rapporti con la criminalità organizzata.

La Coop sei ancora tu? Di sicuro non lo è la Cgil, impegnata da decenni a dimenticarsi dei lavoratori salvo poi ridestarsi quando arrivano i dati sulle iscrizioni in continuo calo. Ma sempre con le solite vecchie rivendicazioni, già antiquate trent’anni fa.

Filippo Burla

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