Roma, 27 mar – È ancora scontro sulle coppie omogenitoriali. Dopo lo stop da parte del governo alla registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso, non tutti i sindaci sembrano voler rispettare la norma.
Il fronte dei sindaci contro lo stop del governo sulle coppie omogenitoriali
Dalla Roma di Gualtieri alla Milano di Sala, passando per la Verona di Tommasi, nasce il fronte dei sindaci a difesa delle “famiglie arcobaleno”. A suonare la carica è stato il primo cittadino della Capitale, il quale ha annunciato che “Roma Capitale procederà alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme” e intestandosi il fatto di aver “portato avanti il dialogo con molti sindaci del nostro Paese”. Gualtieri ha proseguito invitando a un “salto di civiltà” e descritto Roma come un città che “non accetta discriminazioni”. A fargli eco sono Matteo Lepore, Gaetano Manfredi, Dario Nardella e Antonio Decaro. Sindaci rispettivamente di Bologna, Napoli, Firenze e Bari, tutti in quota Partito Democratico, i quali richiedono una “iniziativa legislativa”.
Sulla stessa linea anche l’ex calciatore e attuale sindaco di Verona Damiano Tommasi, appartenente sempre al centrosinistra, che ha parlato di “vuoto normativo che va colmato”, così come il suo collega di Padova Sergio Padovani che ha giustificato il rifiuto di adeguarsi alla direttiva del Viminale con il “dovere di tutelare gli interessi dei bambini”. In tutto questo Gualtieri sembra però voler sorvolare sulla questione dell’utero in affitto, precisando di essere intenzionato a rimuovere gli “ostacoli alla trascrizione e alla registrazione dei figli di coppie di donne, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge e che nessuno sta chiedendo di legalizzare”.
Non solo il Pd
Contro la decisione del ministero degli Interni si espresso anche il sindaco leghista di Treviso, Mario Conte, il quale si è detto favorevole alla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali. Non solo, la vice capogruppo al Senato del Movimento 5 stelle, Alessandra Maiorino, ha puntato il dito contro un “vergognoso vuoto normativo”. Accuse che però non sembrano sostenere la prove dei fatti. Infatti, come più volte ricordato dal ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella, itinerari di riconoscimento sono già previsti dalle legge, mentre la richiesta di una trascrizione automatica potrebbe danneggiare gli interessi del bambino e quelli dei genitori biologici, come nel caso della maternità surrogata.
Michele Iozzino