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Firenze, il partito antifascista e la solita routine del potere

by Sergio Filacchioni
2 comments
Firenze

Roma, 5 marzo – Selfie, abbracci e strette di mano: a Firenze va in scena la routine del potere. Conte, Schlein e Landini si dividono la piazza e si comportano come vecchi amici mentre in città va in onda il grande show antifascista. Come siamo arrivati a tutto questo? Era veramente una rissa tra studenti il problema? O servivano prove generali per riunire la “cupola”?

Firenze il giorno dopo

La grande liturgia antifascista ha raggiunto ieri il suo zenit, la prassi la conosciamo: prima il vittimismo, poi la riunificazione contro i nuovi squadristi. Tutto doveva portare a ieri e gli ingredienti c’erano già tutti: la città di Firenze guidata da Dario Nardella, la preside del Da Vinci – Annalisa Savino – entrata (guarda caso) a gamba tesa su un fatto estraneo alla sua scuola e poi rivelatasi ex-candidata Partito Democratico ed ex Cgil, la nuova segretaria che già viene presentata dai principali giornali di sinistra come “Santa Elly” (da Lugano). Eppure ciò che colpisce nell’avvicendarsi di figure sinistre, tra cui Landini che dovrebbe spiegarci cosa ci fa un sindacato nella stessa piazza del partito del Jobs Act, colpisce ancora di più il silenzio assordante del centrodestra, che come sempre si è limitato a fare da spettatore ad una manifestazione che andava demolita dalle basi.

Tutti insieme

Mancavano solo i famosi “due leocorni” ieri: nel corteo c’erano anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, Angelo Bonelli dei Verdi, Roberto Speranza (sic!) e Arturo Scotto di Articolo Uno. C’era il segretario della Cgil, come già detto, che ha fatto un lungo tratto con Schlein e col sindaco di Firenze, Dario Nardella. Non c’erano i vertici del terzo polo. Per Iv ha sfilato una delegazione con l’europarlamentare Dario Danti e l’ex ministra Teresa Bellanova. Visto dal palco fiorentino, quindi, il campo largo guarda più a sinistra che al centro. “Sono molto felice che ci sia qui una grande delegazione del Pd – ha detto Schlein – che ci sia il M5s, che ci siano altre forze civiche e della sinistra ecologista. Credo che sia un bel segnale. Su alcune battaglie fondamentali, come abbiamo sempre detto, noi dobbiamo lavorare insieme”. L’arrivo di Schlein sembra aver riaperto quel dialogo che l’ex segretario Enrico Letta aveva raffreddato, accusando i 5 stelle di aver contribuito alla caduta del governo guidato da Mario Draghi. “Se ci troviamo qui con la segretaria del Pd – ha detto Conte – vuol dire che su partite concrete noi ci siamo. Se col nuovo vertice del Pd questo dialogo rafforzerà questo orizzonte ben venga per tutta l’Italia”. C’è chi parla di una rivalità fra due forze che ora si assomigliano un po’ di più. Ma Conte taglia corto: “Il problema non è il primato e le leadership della sinistra”. La piazza fiorentina ha accolto la nuova segretaria con applausi, incitamenti, selfie e intonando “Bella ciao“.

A tavolino

L’antifascismo è un po’ come la “locura” di Boris: “Perché l’antifascismo – nella serie diceva Platinette, ma fate un po’ voi – hai capito, ci assolve da tutti i nostri mali, da tutte le nostre malefatte… Sono cattolico, ma sono giovane e vitale perché mi divertono le minchiate del sabato sera. Vero o no? Ci fa sentire la coscienza a posto l’antifascismo, questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette (e Bella Ciao), mentre fuori c’è la morte”. Per chi non cogliesse il senso della citazione basti capire che tutti questi personaggi hanno bisogno, ogni tanto, ciclicamente, di assolversi dai loro peccati e ritrovarsi tutti insieme per la grande indulgenza plenaria antifà: allora si ritrovano sullo stesso campo e rinsaldano le amicizie, fanno le prove dei campi larghi nonostante ciascuno di loro che ha sfilato dovrebbe rispondere di due, tre cosette alla “giustizia proletaria“. Ecco a cosa serve l’antifascismo, a riunire la cupola del potere quando l’ora si fa più insidiosa: il problema è che invece di trovare un ragazzino che urla “il Re è nudo!”, trovano l’ovazione della piazza e i tic della destra che non riesce a superare questa locura e dire le cose come stanno: ovvero che ieri, hanno sfilato i distruttori della scuola, del lavoro, della sanità; hanno sfilato i provocatori, gli aggressori, i voltafaccia; insomma ieri era il caso di dire che l’antifascismo è una cagata pazzesca. Occasione persa, ma il bello come dicevamo è che l’antifascismo ti da sempre un’altra possibilità.

Sergio Filacchioni

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2 comments

Lappola 5 Marzo 2023 - 10:28

Questi sono i fascisti veri !!!

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Dus 5 Marzo 2023 - 8:27

Più che fas…sono la materia vestita dell’inferno… Evitare ed emarginare

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