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Grande Guerra, niente tricolore per Bolzano. Dall’Italia battono solo cassa

by Giorgio Nigra
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bandiera_italiaRoma, 22 mag – L’Italia? La preziosa madrepatria finché si tratta di spremere soldi, una odiosa matrigna quando si tratta di rispettarne i simboli. Gli amministratori altoatesini danno un’altra prova della mai rinnegata anti-italianità (mai rinnegata, appunto, finché non si tratta di battere cassa a Roma).

L’ultimo insulto arriva dalla Provincia autonoma di Bolzano che non esporrà sui suoi edifici pubblici il tricolore in occasione del 24 maggio, centenario dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra.

Il governatore Arno Komptascher, fottendosene bellamente sia dei simboli che delle leggi, ha dichiarato: “L’indicazione di Roma di ricordare in questo modo l’inizio del conflitto è incomprensibile e sbagliata. Avremmo invece volentieri seguito un eventuale invito a mettere le bandiere a mezz’asta. Questo sarebbe stato il modo giusto per ricordare le vittime di questa tragedia”.

Finisce quindi nella pattumiera la precisa indicazione della presidenza del Consiglio dei ministri affinché gli enti pubblici espongano per la ricorrenza sia la bandiera italiana che quella europea.

A Komptascher fa eco il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, che ha esplicitamente disposto la disposizione a mezz’asta, “perché l’inizio di quella guerra, come pure di tutte le guerre, costituisce già di per sé una sconfitta per l’umanità”.

Esiste una parte d’Italia, insomma, che può fare il bello e il cattivo tempo, forse motivando tale atteggiamento con l’“orribile oppressione” subita ad opera dello stato centrale, che grazie allo statuto speciale concede alla Provincia di Bolzano un tesoretto che qualche anno fa era valutato in 5,2 miliardi, di cui 3,5 miliardi derivanti da entrate tributarie.

Gli accordi sulla “compartecipazione” prevedono infatti che Trento e Bolzano si tengano il 90% dell’Iva pagata in loco delle imposte sul registro, su successioni e donazioni, delle tasse automobilistiche, sulla benzina e le sigarette oltre ai proventi del lotto e al 100% dell’imposta sull’energia elettrica. Le regioni a statuto ordinario hanno diritto “solo” al 45% dell’Iva locale.

Quando devono incassare si sentono italiani. Quando devono esporre la bandiera si sentono tedeschi. In entrambi i casi si sentono molto furbi.

Giorgio Nigra

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12 comments

Mattia 22 Maggio 2015 - 3:09

Articolo fazioso e sbagliato. Insultare una Provincia e i suoi abitanti sulla base del nulla non La rende un giornalista. L’Alto Adige non batte cassa un bel niente, ma trattiene i propri tributi. Tributi che utilizza per far fronte a spese relative a una miriade di competenze che le regioni a statuto normale non hanno. Si informi, e la prossima volta scriva un articolo che ha un senso, invece di fare della demagogia e di propagare populismo e falsità.

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Francesco Meneguzzo 22 Maggio 2015 - 4:26

Dici? A occhio – e amo l’Alto Adige in cui sono stato di casa per anni – il bilancio credo che sia stato nei decenni molto ma molto favorevole alla Provincia. Perché non si può vedere solo l’oggi ma anche quanto è stato dato e concesso da almeno 60 anni, che ha permesso un tenore di vita e una proprietà diffusa (seconde e terze case si sprecano) che non ha eguali in Europa.
Però vedi Mattia, qui nessuno davvero è fazioso, e un tono come il tuo non è giustificato, a meno che tu abbia letto solo questo articolo e sia particolarmente coinvolto.
Dato che hai lanciato il sasso, proverò appena ho tempo a tirare fuori un “bilancio” il più completo possibile dei rapporti economici tra A.A. e Stato centrale, quanto costa e quanto rende al resto della popolazione, così vediamo.
Tutto questo, fermo restando che come tutto il resto d’Italia è una terra da amare.

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Mattia 22 Maggio 2015 - 7:19

“L’Italia? La preziosa madrepatria finché si tratta di spremere soldi, una odiosa matrigna quando si tratta di rispettarne i simboli. Gli amministratori altoatesini danno un’altra prova della mai rinnegata anti-italianità (mai rinnegata, appunto, finché non si tratta di battere cassa a Roma).”

Sono toni da articolo giornalistico questo? Odiosa matrigna? Anti-italianità? Questi sono insulti basati sul nulla.

“Il governatore Arno Komptascher, fottendosene bellamente sia dei simboli che delle leggi, ha dichiarato:”

Intanto si scrive KOMPATSCHER, e “fottendosene” è gergo giornalistico?

“Esiste una parte d’Italia, insomma, che può fare il bello e il cattivo tempo, forse motivando tale atteggiamento con l’“orribile oppressione” subita ad opera dello stato centrale, che grazie allo statuto speciale concede alla Provincia di Bolzano un tesoretto che qualche anno fa era valutato in 5,2 miliardi, di cui 3,5 miliardi derivanti da entrate tributarie.”

Serve a poco prendere per il culo, e scrivere “orribile oppressione” in virgolettato. Si ricordano tutti cosa ha fatto il fascismo in questa terra.

“Gli accordi sulla “compartecipazione” prevedono infatti che Trento e Bolzano si tengano il 90% dell’Iva pagata in loco delle imposte sul registro, su successioni e donazioni, delle tasse automobilistiche, sulla benzina e le sigarette oltre ai proventi del lotto e al 100% dell’imposta sull’energia elettrica. Le regioni a statuto ordinario hanno diritto “solo” al 45% dell’Iva locale.”

Dal tenore del paragrafo, sembra che rubiamo. Meglio che il giornalista si legga lo Statuto di Autonomia siglato per dirimere una controversia fra Austria e Italia durata decenni. Vorrei ricordare inoltre che l’Autonomia è sancita da un trattato internazionale.

“Quando devono incassare si sentono italiani. Quando devono esporre la bandiera si sentono tedeschi. In entrambi i casi si sentono molto furbi.”

La furbizia la dimostrano altri in Italia. Ultimamente i giornalisti hanno preso il vizio di attaccare l’Alto Adige per fomentare odio e invidia. Lo status dell’Alto Adige ce l’hanno anche ad esempio la Sardegna e la Sicilia, ma non leggo articoli del genere su quelle due regioni autonome. Forse perché loro, nonostante abbiano gli stessi privilegi, non hanno una buona amministrazione? E siamo chiari, io sarei a favore di dare l’autonomia e questi “privilegi” (che in realtà sono doveri e competenze, in cambio delle imposte trattenute) a tutta l’Italia. Poi vedremo veramente chi ruba e chi lavora bene.

Venite a vedere come funzionano i servizi in Alto Adige, e poi ne parliamo. Soldi da Roma non ne riceviamo regalati, noi ci autogestiamo i nostri. Le altre Regioni potrebbero fare altrettanto? Probabile, ma ci vorrebbe finalmente una vera decentralizzazione.

Troppo comodo sparare sentenze e sputare sugli altri, specialmente quando si ha un modello di Provincia che funziona. Invece di prendere ad esempio, si cerca di livellare verso il basso. Ribadisco, questo non è giornalismo.

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Francesco Meneguzzo 23 Maggio 2015 - 11:07

Non scriviamo niente sulla Sicilia??? Allora parti da questo e segui anche gli ultimi link, così ti rendi conto: Collasso economico della Sicilia: rimane solo un raggio di sole. Per tutto il resto, nessuno dubita che i servizi funzionino in Alto Adige, ma da qui a dare tutto il merito alla provincia autonoma ce ne corre. Comunque, come ho scritto sopra, cercheremo di approfondire

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carolus 22 Maggio 2015 - 3:09

I crucchi ,sia che abitino in Germania, in Austria, in Alto Adige restano sempre crucchi. Non hanno mai vinto una guerra, sono sempre stati vinti ma non hanno ancora capito che non sono “uber alles”.
Cosa spettiamo a togliere loro i “diritti” che abbiamo dato, come quello di parlare il tedesco? Perché non pagano le tasse come gli altri?
A cosa sono serviti 600.000 soldati italiani morti per riprenderci la nostra terra?

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Matteo 22 Maggio 2015 - 3:42

il Tricolore va esposto e i caduti celebrati ma, per favore, evitiamo revanscismi o sciovinismi tipo quelli propugnati nel commento di Carolus. Il bilinguismo è sacrosanto sia per i “crucchi” dell’Alto Adige come per gli Italiani di Istria.

Rispetto si, arroganza no (vale per gli uni e per gli altri)!

W l’Italia, W l’Europa dei popoli tutti

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Simo BZ 22 Maggio 2015 - 4:16

Mi scusi carolus ma qui le tasse vengono pagate regolarmente come nel resto d’Italia. Tutte le entrate tributarie (imposte dirette come IRPEF, ecc.. ed indirette come l’IVA) vengono versate nelle casse dello Stato che le ridistribuisce alle diverse Regioni italiane.
Con l’accordo di Parigi ed il patto Degasperi-Gruber, alle Province di Bolzano e di Trento sono concessi maggiori benefici sia in termini di potestà legislativa che di maggiori entrate tributarie dallo Stato centrale”.
L’articolo vuole giustamente sottolineare come, dalla fine della 2°GM, il Trentino Alto Adige abbia ottenuto maggiori benefici di quanti ne abbiano ricevuti le altre Regioni. A detta dell’autore quindi, sarebbe opportuno che le autorità locali rendessero onore all’entrata in Guerra dell’Italia, esponendo il tricolore. Le autorità locali però, quando si parla della madrepatria Italia – storcono il naso – perché loro sono italiani solo amministrativamente…la patria per loro è il Sudtirolo (dove sono nati e cresciuti)…
Comunque non si preoccupi, di quello che faranno o non faranno le autorità locali non ce ne può interessare nulla…ALCUNI ITALIANI NON SI ARRENDONO anche qui e sventoleranno il tricolore fieri di essere altoatesini e, soprattutto, italiani!

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thomas 22 Maggio 2015 - 5:55

Quanto cazzate dai dai…se non conosci la storia dell alto Adige meglio che stai zitto che così eviti di fare figure di m…. alto atesino a vita non abbiamo niente in comune con voi terroni. Qui la gente paga le tasse ed è piu onesta che da altre parti e anzi che sempre criticare e parlare l Italia si dovrebbe prendere un esempio dalla gente di bz e tn. Ignoranti

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sergio 22 Maggio 2015 - 10:27

dopo aver letto ‘la guerra occulta’, sono arrivato alla conclusione che la prima guerra mondiale sia stata fatta per distruggere gli imperi centrali che garantivano l’equilibrio in Europa e che fu come disse Nolte la prima guerra civile fra europei, un’inutile strage come dichiarò Benedetto XV, per instaurare il ‘nuovo ordine mondiale’ voluto dal sionismo e dalla massoneria. Quindi non mi scandalizzo se a Bolzano o a Trento si espongano i tricolori a mezz’asta. Onore ai caduti ma senza trionfalismi.

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maurizio 23 Maggio 2015 - 12:46

Di storie come queste dall’Alto Adige ne sentiamo a iosa; qualche tempo fa il Sig. Durnwalder si era permesso di dire che il tricolore non va esposto nei rifugi. Il problema non sono l’attuale presidente della provincia di Bolzano o il governatore Rossi con le loro offese alla Nazione Italiana; il problema è Renzi ed Alfano che tacciono di fronte a simili atteggiamenti. La provincia ha giustamente la sua autonomia, dovrà in fase di crisi contribuire maggiormente al bilancio dello Stato, magari ridurre il numero abnorme di dipendenti pubblici (in questo sono molto “terroni” per così dire…quasi quanto i Siciliani) e calmierare gli stipendi dei loro politici. Nessuno toglierà ai tedescofoni i loro diritti ma lo Stato italiano quando decide di onorare i propri morti di una guerra di liberazione giusta e sacrosanta come quella contro l’impero austro-ungarico deve mandare i Carabinieri a far svettare il tricolore dai palazzi pubblici anche se qualcuno all’interno dei medesimi si arroga il diritto di sindacare la cosa.

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Marco 23 Maggio 2015 - 10:00

Gentile Maurizio, si ricordi che il TT.AA ai tempi della prima guerra mondiale faceva parte dell’Imperio Austro-Ungarico e solo dopo la sconfitta di quest’ultimo il TT.AA è passato sotto il Regno d’Italia. Penso sia superfluo dire che durante questa triste parentesi, lungo tutti confini, sono morti padri e vittime innocenti da entrambe le parti. Perchè allora nelle zone di confine non esporre entrambe le bandiere e ricordare così tutti i morti che hanno combattuto per quella che consideravano loro terra?

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io 25 Maggio 2015 - 6:36

quanta gente con la coda di paglia…
lo statuto speciale aveva un senso quando è stato istituito.
al giorno d’oggi questa necessità mi sembra abbondantemente superata e sarebbe ora di finirla.
solo che, come possiamo ben vedere qui sopra, appena si parla di toccare i privilegi di qualcuno ecco la solita alzata di scudi dei privilegiati

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